... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone

giovedì 30 ottobre 2008

ripartiamo da qui


Chissà se questa protesta non risvegli una maggior coscienza critica nei confronti della scuola da parte di tutti, genitori compresi e in prima fila.

Da anni mi batto per avere occasioni di incontro e di aggiornamento integrato fra genitori e insegnanti, poche volte mi è riuscito - in quelle volte il prodotto è stato ottimo.

Vedere, oggi, alunni, genitori ed insegnanti insieme a difendere la propria scuola mi riempie il cuore di speranza. Vorrei che non si ritrovassero insieme solo nelle situazioni di emergenza, ma anche nel lavoro quotidiano di ricerca educativa. Vorrei che da qui potessero ripartire nelle nostre scuole dei confronti costruttivi, una crescita insieme, insegnanti e genitori, utile ai propri figli... perché non basta difendere la scuola come istituzione, pur colpita gravemente da un provvedimento iniquo ed insensato, ma occorre anche costruire una coscienza più intima e profonda in ognuno di noi per poter migliorare la propria relazione con i figli.
E se questo alle elementari è prevalentemente praticato dagli insegnati e sentito dalle famiglie... quando si procede con la scuola media, critica per la criticità del periodo adolescenziale che deve gestire, le difficoltà emergono e coinvolgono entrambe queste componenti adulte del processo educativo.

Prendiamo questo sciopero "universale" della scuola come occasione non solo per rivendicare diritti ma anche per riflettere sui nostri doveri di genitori ed educatori e per ripartire anche con occasioni di confronto nelle scuole, con incontri di approfondimento, utili a ricostruire una scuola migliore insieme a famiglie migliori anche sul piano più propriamente educativo.
io ci sono... fatevi sentire !
Antonio Artegiani
artegiani@genitorinsieme.it

Cosa prevede la "riforma" della Scuola nei dettagli

La riforma Gelmini ( decreto legge 137/2008 ) approvata dal Senato ieri ha introdotto una serie di novità, parte delle quali già operative essendo state inserite in un decreto legge:
  • il grembiulino obbligatorio alle elementari,
  • la reintroduzione del voto in condotta
  • riduzione a 24 ore del modello base d'insegnamento alla primaria
  • reintroduzione del maestro unico ( dopo alcuni decenni di sperimentazione, del modulo basato su tre maestri per due classi) - con recupero di 20-30mila posti a fine manovra
  • l'inserimento in graduatoria degli ultimi aspiranti docenti abilitati presso le scuole di perfezionamento, i cosiddetti corsisti Ssis
  • un piano straordinario per accelerare gli investimenti nel campo dell'edilizia scolastica e della sicurezza
  • il passaggio ai voti espressi in decimali nella secondaria di primo grado (la 'media inferiore') e nella scuola primaria, dove però restano in vita anche i giudizi sintetici
  • introdotta la nuova disciplina 'Cittadinanza e Costituzione', approvata anche, per «promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale definito dalla Carta Costituzionale»
  • introdotta la possibile bocciatura alle elementari solo se decisa da tutti i componenti del consiglio di classe e comunque sempre laddove si stia trattando di casi eccezionali e adeguatamente motivati
  • Le nuove edizioni dei libri di testo scolastici si adotteranno differentemente a seconda del ciclo di studi: alla primaria la cadenza di rinnovamento dei testi sarà quinquennale, mentre nella scuola secondaria di primo e secondo grado la cadenza diventa di sei anni. Permane la possibilità, per i docenti e le case editrici, di adottare nuove edizioni di testi qualora siano subentrate, anche prima dei termini stabiliti, «eventuali appendici di aggiornamento».
A queste misure vanno aggiunte quelle del DL 112, collegato alla Finanziaria (L.133/208) a cui si accompagna:
  • taglio di 7,8 miliardi di euro ( ricavati da riduzione di organici organici e risparmi nella didattica ) e nel prossimo triennio: tra il 2009 e il 2012 verranno soppressi oltre 87 mila posti di docente ricavati da tutti gli ordini di scuole. Nel prossimo anno - 42mila posti , nel 2010 se ne elimineranno circa 25.500 e nel 2011 poco meno di 20mila.

Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e gli esponenti del governo hanno più volte precisato che non di licenziamenti si tratta, ma di una riorganizzazione che di fatto precluderà la possibilità della riconferma per migliaia di docenti con rapporto di lavoro precario.

  • I tagli colpiscono il personale Ata ( non docente ) con una riduzione di 44.500 - tra direttori amministrativi (- 10mila), collaboratori scolastici (- 29mila), amministrativi e assistenti tecnici (- 4mila) - che nel suo insieme raggiunge una contrazione del 17% del personale non docente.

La scuola conta circa 1 milione e 100mila occupati quindi la riduzione
complessiva riguarda oltre il 10 per cento del personale del comparto
istruzione.

I tagli già previsti dal precedente governo raggiungevano i 20mila dipendenti.

L'obiettivo ultimo che si è posto il governo con il DL 112 è quello di avvicinare il rapporto alunni-docenti a quello della media UE: attualmente in Italia è pari a 8,94, mentre con l'attuazione dei tagli nel 2012 verrebbe portato a 9,94. I calcoli, però, si basano sul presupposto che il numero degli alunni resti invariato mentre se aumenterà ( secondo il trend degli ultimi anni) i tagli diminuiranno, al contrario se gli alunni dovessero diminuire il decremento di cattedre e posti potrebbe essere ancora più consistente.

Il governo sostiene che con questo sistema il tempo pieno verrà confermato e rafforzato: su richiesta delle famiglie, infatti, le scuole potranno predisporre classi a tempo prolungato (27-30 ore) o pieno (40 ore), ma i maestri disposti a svolgere ore in più dovranno essere retribuiti attraverso il cosiddetto fondo d'istituto scolastico, integrato dai risparmi ricavati dall'applicazione della finanziaria approvata con la legge n. 133 del 6 agosto scorso.

Nel mese di ottobre il ministero ha anche presentato il piano programmatico del decreto:

  • riduzione dell'offerta formativa a 28-30 ore settimanali nei licei e a 32 negli istituti tecnici e professionali
  • ridefinizione dei parametri per la formazione delle classi (con maggior numero di alunni per classe )
Il progetto attuativo prevede:
  • accorpamento delle classi di concorso di accesso all'insegnamento, in modo da poter utilizzare con più facilità i docenti in esubero spostandoli da una materia all'altra (comunque affini)
  • soppressione o accorpamento degli istituti con meno di 50-100 alunni complessivi.

lunedì 27 ottobre 2008

SCUOLA S,O,S, = teniamo duro perchè appartiene a tutti destra e sinistra e questi non sanno cosa fanno !

Mancano quattro giorni allo scadere del decreto Gelmini. Il Senato deve convertirlo in legge entro venerdì altrimenti bisognerà ricominciare tutto daccapo.
Magari ascoltando studenti, genitori, professori: che sono quelli che di scuola vivono e lavorano.

Il Governo sembra intestardito, invece a voler far di testa sua.
E' mai possibile avere tanta arroganza e tanta superbia da non ascoltare la protesta che continua a montare, arrivata fino alla Normale di Pisa, che notoriamente non partecipa a forme di protesta se non iper-motivate cause.
A Roma, migliaia di studenti medi e universitari tornano sotto le finestre di palazzo Madama, dopo aver dimostrato compostezza e senso del dovere facendo lezione in piazza. (quanto abbiamo da imparare da questa nuova gioventù noi genitori ! ).
A Bari, tornano le lezioni in piazza: i docenti, in sintonia con la protesta degli studenti, hanno addirittura concordato con la preside della facoltà di Lettere il calendario delle lezioni di tutta la settimana.
A Napoli sfilano altri due cortei, mentre continua ad aumentare il numero di istituti superiori occupati o autogestiti.
A Milano gli studenti sono super mobilitati e dicono con gli striscioni di essersi presi «solo una piccola parte di ciò che ci spetta».
A Trento ha preso il via lunedì mattina una maratona didattica no stop alla facoltà di Sociologia.

Ma il governo e la ministra Gelmini, nonostante tutto, continuano a far finta di niente.

In un’intervista al Corriere della Sera la ministra definisce lo sciopero della scuola in programma per il 30 ottobre «il solito vecchio rito di chi difende l'indifendibile» e si ostina a sostenere che «coloro che protestano, sono alcune migliaia» e che «le facoltà occupate sono pochissime».

Quanto poco buon senso e quanta stipidità nel non vole capire e non saper interpretare una piazza: è il potere che si chiude in se stesso ma se prima sembravano cialtroni ora dimostrano di essere degli stolti dilettanti allo sbaraglio

Continua la Gelmini con le sue allucinatorie esternazioni: «è tutta colpa della sinistra, che ha perso totalmente il rapporto con chi lavora e ora lo sta perdendo anche con gli studenti. Bisogna dirlo con chiarezza – sostiene la ministra – il disastro dell'istruzione in Italia è figlio delle logiche culturali della sinistra contro il merito e la competitività».
A smentirla, ci sono addirittura quelli di Lotta Studentesca, il movimento giovanile di Forza Nuova: «La Gelmini cerca di minimizzare quello che è impossibile minimizzare – dicono – Ciancia del coinvolgimento della protesta di pochi studenti e di sinistra, mentre siamo centinaia di migliaia e di tutte le fasce politiche».

giovedì 9 ottobre 2008

CONTRO AL CONTRORIFORMA : Venerdì manifestazione nazionale studentesca a Roma

Venerdì toccherà agli studenti protestare contro la controriforma affonda scuola: manifestazione nazionale a Roma alle 9 dalla stazione Piramide in corteo fino al ministero della Pubblica istruzione.

INTANTO INDETTO
sciopero generale della scuola.

Il 30 ottobre la scuola si ferma e va in piazza a Roma contro la Gelmini. Lo sciopero è stato indetto da tutte le sigle sindacali in modo unitario, dopo settimane in cui si è rischiata la rottura con la Cisl contraria alla protesta. Sotto accusa i "risparmi" da 8 miliardi in tre anni, il maestro unico alle primarie dal 2009, le 87 mila cattedre e i 45 mila amministrativi da tagliare.
Le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda hanno registrato - in sede di tentativo di conciliazione - una risposta negativa su tutte le loro rivendicazioni: fortunatamente non hanno subito ed ora comincia un giusto e giustificato movimento contro il decreto. Del resto per Alitalia, che metteva in licenziamento la decima parte del personale scolastico 7.000 contro 87.000 e non comprometteva la qualità della formazione di una intera classe di persone, si è protestato e fatto un chiasso molto più forte. Speriamo che ora STUDENTI, GENITORI E TUTTI COLORO CHE HANNO A CUORE LA SCUOLA PUBBLICA trovino il tempo, la forza e la determinazione per non cedere a questo sopruso legislativo ( una legge simile nemmeno è stata discussa in parlamento ). Una vergogna da non far passare sotto silenzio.
UNIAMO LE NOSTRE VOCI....

martedì 7 ottobre 2008

Indignamoci, non possono fare della scuola quello che vogliono SOLO LORO

I NOSTRI FIGLI sono INNANZITUTTO NOSTRI !

SULLA SCUOLA CHE FREQUENTANO TUTTI ABBIAMO IL DIRITTO DI INTERVENIRE !



Il provvedimento varato dal Governo sulla Scuola è penalizzante sulla qualità e ridicolo nelle correzioni delle lacune che la scuola italiana presenta.

E' fortemente contestato dall'opposizione (che ha presentato una valanga di emendamenti risultati inutili per l'arroganza del governo dimostrata togliendo al Parlamento la possibilità di discuterne ), dai sindacati e anche da studenti e genitori, soprattutto per il timore che il ritorno del maestro unico si possa tradurre, di fatto, in una riduzione del tempo pieno, e per l'impostazione ragionieristica con cui si interviene sulla scuola non tanto per il merito dei cambiamenti quanto per una contrazione della spesa.
Eppure tutti noi sappiamo che sulla scuola andrebbero concentrate le risorse prevalenti di un paese se fosse consapevole che è proprio nella e con la scuola che si formano le scienze e le coscienze degli adulti di domani. Non investire nella scuola significa rinunciare ad una futura classe dirigente capace di affrontare le sfide di un domani sempre più impegnativo sul piano della governance sociale e politica, delle sfide tecnologiche e culturali.



Parlare di riforma in un contesto del genere non solo è improprio ma è anche ridicolo e nemmeno un confronto civile e democratico in Parlamento è stato assicurato da questo Governo...

Insegnanti e genitori insieme contro questo sopruso che ricade unicamente sui nostri figli, e specialmente su quelli "normali" che vanno alla scuola pubblica, perché quelli speciali le loro scuole sanno dove trovarle e come assicurarsele.
Questo è inaccettabile... spero che salga anche fra noi un moto di indignazione. Facciamoci sentire...

Cosa prevede il Decreto sulla Scuola

Il Governo ha deciso di approvare con la fiducia il decreto di "riforma" della scuola.


Per farcene una opinione ve ne presentiamo gli aspetti salienti:


1) Alle elementari, dal prossimo anno scolastico (si comincia con gradualità dalle prime classi), ci sarà un solo docente, seppure affiancato dagli insegnanti di religione e di inglese».


2) Per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento è previsto che si possa attingere, per l'anno 2009, dai bilanci dei singoli istituti scolastici ( norma contestatissima perché andrà a gravare sui bilanci delle singole scuole che saranno costrette a tagliare corsi di recupero, insegnanti di sostegno e quant'altro).


3) Rispetto al testo iniziale è stata eliminata la bocciatura alle elementari per una sola insufficienza: nel testo approvato, infatti, si precisa che nella scuola primaria i docenti, con decisione assunta all'unanimità, possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.


4) Torna il voto in decimi per l'esame di terza media (archiviando i giudizi - sufficiente, buono, distinto, ottimo - con i quali finora si concludeva il percorso di studi) «l'esito dell'esame conclusivo del primo ciclo è espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall'alunno».


5) Si introduce l'impegno a tener conto, nella valutazione del rendimento scolastico, dei disturbi specifici di apprendimento e delle disabilità degli alunni.


6) È stata anche introdotta una norma che salvaguarda le aspettative di alcune categorie di docenti, come, ad esempio, gli abilitati Siss (Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario) del nono ciclo, attualmente esclusi dalle graduatorie a esaurimento.


7) Vengono destinate risorse (una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 mln di euro) all'edilizia scolastica. È stato inserito, infatti, un articolo (il 7 bis) relativo proprio ai provvedimenti per la sicurezza delle scuole


8) Viene introdotta la valutazione della condotta ai fini del giudizio finale sullo studente


9) Si inserisce, in forma sperimentale, l'insegnamento di educazione civica («Cittadinanza e Costituzione»)


10) Si prevede una disposizione che i testi scolastici «durino» almeno cinque anni (salvo che per la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento) evitando così continue riedizioni spesso inutili (soprattutto per alcune materie) e certamente onerose per le famiglie.

11) Riduzione di 8 miliardi di euro ( con provvedimento collegato ) di stanziamento per la scuola con conseguente licenziamento di 87.000 insegnanti e 45.000 personale ATA

lunedì 6 ottobre 2008

C'è un limite a tutto... e a volte le dimissioni sono irrinunciabili !

«Queste politiche scolastiche sono evidentemente gestite da finalità economiche, per risparmiare: ma questo avverrà sulle spalle delle famiglie, sulla pelle degli alunni e sulla credibilità della scuola pubblica. Noi non ci stiamo».
Così Andrea Canevaro ( Direttore del Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna ) e Dario Ianes ( Docente di Pedagogia speciale 2, Didattica speciale 1 e 2 e Handicap Uditivo alla Facoltà di Scienze della Formazione primaria dell'Università di Bolzano ) , due tra i principali personaggi che hanno fatto la storia dell'integrazione scolastica in Italia in questi ultimi trent'anni, lasciano l'Osservatorio sull'Integrazione del Ministero della Pubblica Istruzione dopo la notizia che questo Governo , saltando a pié pari il confrotno dialettico in Parlamento, è intenzionato a porre la fiducia sul maxiemendamento sulla scuola.

Nella lettera di dimissioni Canevaro e Ianes confermano comunque il loro «continuo impegno per migliorare la Qualità dell'inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali».

domenica 5 ottobre 2008

Aiutateci a capire cosa vogliono fare della Scuola

La protesta contro il maestro unico e i tagli del ministro Mariastella Gelmini si è diffusa spontaneamente, a macchia d'olio, in tutto il paese come inevitabile riposta ad una scelta irresponsabile e ingiustificata di ridimensionamento della Scuola Pubblica arretrandone di almeno venti anni il livello di qualità.

I nostri figli studieranno meno e peggio ritrovandosi, sempre di più davanti alla TV nelle ore lasciate libere dalle ore non più disponibili a Scuola ( ore settimanali scendono da 30 a 24, il tempo pieno ce lo sogniamo ).

Ci domandiamo perché e a chi giovi questo moto di distruzione del pubblico. Alcune risposte le avremmo ma non osiamo crederci, perché in quel caso dovremo ammettere che si è perso il senso delle istituzioni e il senso comune del bene.

Che ne pensate... aiutateci a capire attraverso i commenti che vi invitiamo a lasciare qui sotto... abbiamo bisogno di capire tutti cosa sta succedendo per evitare di preoccuparci inutilmente o di arrivare tardi quando il anno è irreversibile.

mercoledì 1 ottobre 2008

NO GELMINI DAY = 2 ottobre protesta in tutte le scuole - I GENITORI NON POSSONO MANCARE

Difendiamo la scuola pubblica dal decreto 137.
Tagliare sulla Scuola di tutti corrode la coesione sociale del nostro Paese, impoverisce la sua cultura ed il futuro dei nostri figli.
Cari Cittadini, in concomitanza con l’apertura del dibattito in Parlamento sul “decreto Gelmini”, proponiamo a tutte le scuole d’Italia una giornata comune di protesta – mobilitazione – festa.
Cosa si può fare?
Di tutto un po’:
uno striscione da appendere fuori della scuola e che magari resti lì ( come le bandiere della pace), un volantinaggio, la distribuzione di materiale informativo, un presidio nella scuola, un’ apertura della scuola oltre l’orario normale, un concerto musicale, un dibattito con esponenti del mondo della cultura o della politica, incontri con i media, radio, giornali e tv locali...
Facciamo sentire in tutto il Paese la voce di chi la scuola la fa tutti i giorni, con passione e serietà: insegnanti, studenti, genitori, personale scolastico
Facciamo in modo che la protesta sia capillare, diffusa e visibile condividendo una giornata di impegno culturale e civile
Il 2 ottobre
LA MIA SCUOLA DICE NO

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