... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone

martedì 23 giugno 2009

Un nuovo orgoglio femminile può salvarci.

In moltissimi casi della storia la salvezza è venuta dalle donne.

Sono loro le colonne di questa società fin troppo maschilista per riconoscerlo.
L' ipocrisia e la paura di perdere potere ha spesso suggerito agli uomini di dominarle. Stupidamente perchè poi ha prevalso sempre, per loro stessa natura, il carattere, la determinazione date dalla loro grande capacità di saper guardare lontano, di essere strategiche, e quindi saper scegliere in funzione di ciò che sanno spontaneamente prevedere e adoperarsi per realizzare, nel bene e nel male.

La vera valenza rivoluzionaria e pragmatica, al tempo stesso, del mondo è rappresentata dalle donne, per questo appare misero e meschino l'atteggiamento di quegli uomini che ostentano potere su di loro, se non addirittura violenza.

Gli esempi non mancano di certo: alle donne va riconosciuto il decisivo intervento nelle battaglie giuste e sacrosante della storia.
In Italia divorzio e aborto hanno vinto grazie alla loro mobilitazione
Nel mondo la rivoluzione sessuale, le grandi lotte per la pace e per la giustizia, le Madri di Plaza de Mayo per la denuncia dei desaparedidos, le "Donne in nero", etc fino ai giorni nostri.
Donne, madri, mogli hanno impreziosito ogni lotta e marcato il segno delle rivoluzioni e dei riscatti più alti di questo mondo.

Purtroppo quando le donne rinunciano a volare alto, mantenere la giusta tensione per i grandi ideali e le grandi ambizioni di una comunità, il suo livello morale ed etico inevitabilmente decade: come sta succedendo in questa nostra Italia.
Donne "ago della bilancia": quando vogliono scrivere pagine nobili di storia e quando diventano complici di biechi giochi di potere e di loschi disegni di corruzione, sfruttamento, degrado.











Occorre un colpo di reni.
Occorre ritrovare coraggio e convinzione per ribellarsi insieme a questo mondo in cui tutto è sacrificato alla logica del mercato, del successo, del guadagno, della mercificazione.
Occorre una SCOSSA, un ritrovato orgoglio femminile che si ribelli all' idea dell' "utilizzatore finale" senza macchia e senza colpa impersonato dal grande " capo " maschio che usando e pagando ritiene di poter annullare ogni suo debito. Non è così ! Il debito morale non è risarcibile: ricade su tutti, coloro che partecipano ma anche su chi assiste, grandi e piccoli, complici e ignari spettatori.
Diventa un smarrimento generalizzato in cui si perde la giusta prospettiva, l'orientamento generale delle cose da fare e quelle da evitare.
E se tale esempio viene proprio da quelli che dovrebbero indicare diritti e doveri universali, il rischio che tutto vada in derisione, in sfiducia e in banalizzazione è molto alto con gravissime perdite di credibilità non solo degli stessi soggetti ma anche, purtroppo, delle funzioni e dei ruoli da essi svolte.

Sia chiaro: ciò che succede nelle Ville Berlusconiane non è tanto peggio di quello che accade nei vicoli delle nostre città, solo che è più in vista e ci travolge tutti, perchè CESARE è e deve essere sopra ogni sospetto altrimenti che ne sarà di coloro che a lui si affidano ?
Tutto questo obbliga a riflettere. Riflettere su quanto stiamo perdendo in valori e ideali: complici tutti, ma la politica in primis per non aver saputo e voluto investire adeguatamente e tempestivamente su scuola e famiglia, le agenzie educative fondamentali di una società che crede e costruisce il proprio futuro.

E' importante ribellarsi, far crescere una coscienza che ci ridia forza e convinzione per tornare a guardare con orgoglio e fierezza i nostri figli. Quelli che un giorno rileggeranno questa storia meravigliandosi di quanta omologazione abbia annebbiato gli occhi di questa nostra generazione, fatta anche dei loro genitori e dei loro insegnanti, che troppo spesso è stata a guardare accettando supinamente che venisse demolito il castello di valori , di ideali sacrificato sull'altare del consumismo, del guadagno ad ogni costo, dell'arrivismo, della corsa al potere.
Per questo è ora di rialzare la testa: rimettersi in cammino ognuno e insieme. Noi ci stiamo vorremmo che più donne ci accompagnassero in questo impegno, per essere forti non possono mancare.

lunedì 22 giugno 2009

Non è più questione politica

Ci interessiamo della cosa perchè la sostanza del berlusconismo non è più una questione politica che può essere condivisa o meno è una decadenza morale inaccettabile per noi e per i nostri figli.
Il danno morale sulle nuove generazioni che deriva da un simile modello in cui tutto è comprabile con i soldi o con i favori induce nei ragazzi uno sconvolgimento dei valori sul quale noi tutti genitori e inegnanti siamo chiamati non solo a vigilare ma a lavorare per evitarne le rischiose e molto facili conseguenze diseducative.
Dobbiamo attivarci per salvare il salvabile rilanciando nuovi modelli valoriali che faccinao perno sulla sensibilità, sulla lealtà, sulla coerenza, sulla generosità, sulla solidarietà... e chi più ne ha più ne metta.
A.A.

giovedì 18 giugno 2009

L"utilizzatore finale"

L' "utilizzatore finale ", la tesi sconcertante della
DERESPONSABILIZZAZIONE.

Vicino al paradosso, un po' comico e un po' grottesco, del difensore Ghedini che va oltre ogni più cinica spiegazione pur di salvare il proprio cliente.
E' comunque la giusta metafora di questo degrado morale, civile e sociale nel quale siamo piombati. E di questa cultura e idea di società si nutrono, loro malgrado, ogni giorno, attraverso TV e media, i nostri figli.
Che dire e come spiegare che nonostante lo scivolamento morale di questa classe dirigente i valori possono e devono essere posti a fondamento della proprio storia personale e della comunità in cui ci onoriamo di vivere.
Noi genitori, insegnanti, scuola e società abbiamo un bel da fare per recuperare questo gup.
Auguri e buon lavoro, da subito, non c'è più tempo da perdere. E' sulle nuove generazioni che occorre puntare, una nuova proposta educativa, culturale che sia capace di partire da loro, dalle sensibilità e dalle intuizioni dei giovani, dei ragazzi per rifondare questa nostra collettività e formarla ai valori che la possono rendere diversa e ancora entusiasmante.
Per questo restiamo uniti,e questo blog può essere uno strumento fra tanti, per confrontarci e costruire insieme quello che fino ad ora ci è mancato: un orgoglio di persone, di civiltà, di comunità.
A.A.

mercoledì 17 giugno 2009

Il libro dell' IGNORANZA SUGLI ANIMALI

Il libro dell'ignoranza sugli animali, scritto da John Mitchinson e John Lloyd è un vero e proprio compendio di stranezze e assurdita' del mondo animale. Tutto vero e scientificamente dimostrato.
Ad esempio: lo sapevate che i ratti, a soli tre mesi di eta', si accoppiano fino a 20 volte al giorno, mentre in un anno una femmina puo' raggiungere 500 amplessi con decine di maschi diversi? Anche l'armadillo non scherza: e' superdotato. Per farsi un'idea spannometrica se fosse un essere umano avrebbe il pene lungo un metro.
Ancora: le falene vanno ghiotte delle lacrime di alcuni uccelli, che estraggono infilando la proboscide sotto le palpebre dei volatili addormentati. L'acaro riesce a nidificare anche nella trachea di un ape e un ghepardo puo' mangiare fino a 15 kg di carne a pasto. I delfini, quando devono nuotare in zone particolarmente rocciose si mettono una spugna davanti alla bocca per non ferirsi, mentre alcune foche, se devono immergersi in profondita', ingoiano delle pietre. Per difendersi dalle giraffe, le acacie producono una sostanza chimica che rende amare le foglie. Le balene cantano in dialetti diversi a seconda della loro provenienza. L'ultimo aneddoto riguarda un animale fin qui tralasciato: l'uomo. "L'anello di congiunzione tra la scimmia e l'uomo civilizzato esiste: siamo noi".
Utile per genitori e insegnanti costa 16 euro ed è un tomo di 304 pagine edito da Einaudi
[ tratto da Repubblica]

lunedì 15 giugno 2009

Scuola: contestata la Ministra, annullato incontro a Milano

Da Virgilio Notizie

Scuola: Contestato ministro Gelmini, annullato incontro a Milano

Slogan contro la riforma da genitori e docenti milanesi

Il ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini è stato contestato da un gruppo di docenti e genitori della "Assemblea delle scuole del milanese" durante la presentazione del libro del direttore de Il Giornale, Mario Giordano, "5 in condotta". I manifestanti hanno issato striscioni contro la riforma della scuola e consegnato finte pagelle di bocciatura per la Gelmini. Dopo diversi minuti di slogan contro il ministro, l'incontro è stato annullato. Il ministro Gelmini, dopo che più volte Giordano ha tentato di riprendere la parola, è riuscita soltanto a dire, sommersa dalle proteste: "Complimenti, siete veramente democratici. Avete particolarmente a cuore la scuola pubblica". "Vogliono distruggere la scuola pubblica, io non ci sto" si leggeva sugli striscioni issati dai genitori e dai docenti. Ancora prima che prendesse la parola Mario Giordano per la presentazione del suo libro è iniziato il confronto-scontro, solo verbale, tra chi voleva ascoltare la conferenza e i docenti che volevano esprimere dissenso nei confronti del ministro. "Siamo qui oggi e saremo il primo settembre davanti a tutte le scuole perché la riforma della Gelmini non passerà", ha detto Paolo Limonta, della Rete scuole, secondo cui la stragrande maggioranza dei docenti milanesi boccia le proposte di Maria Stella Gelmini. Durante i brevi ma concitati momenti della protesta i manifestanti hanno distribuito la pagella di bocciatura alla Gelmini con le valutazioni su ogni singola materia, con i giudizi finali tra cui "assoluta incapacità di comprendere la realtà; pochissima serietà nei confronti di docenti e famiglie; taglio dei fondi di istituto, niente specialisti, niente compresenze, nessun laboratorio"; e il voto: zero. L'alunna, si legge ancora nella valutazione intermedia, "non si è positivamente inserita nel mondo della scuola. Non si confronta, non ascolta e testardamente si ostina a tenere atteggiamenti non consoni alla serietà dell'istutuzioni scolastica". Mda/Sar

A SPASSO CON GALILEO

Nell'Anno Internazionale dell'Astronomia è uscito un libro per tutti i bambini delle elementari e medie ( utile anche per i grandi ).
E' una valida occasione per avvicinarsi all'astronomia divertendosi e per gli insegnanti un utile strumento didattico.
Il libro è illustrato a colori, per visitarlo clicca sul titolo, e costa 10,00 euro ed è un importante gesto di solidarietà, si può acquistare anche on line all'indirizzo: http://www.commercioetico.wonder.it/mod_carrello.jsp?storeid=300000001&idprodotto=500001310&function=add

Il 6 rosso della Gelmini

Dopo il 6 politico arriva il 6 rosso: la nuova legge Gelmini sulla scuola, infatti, prevede che alle medie si venga bocciati anche con una sola insufficienza in pagella. Secondo Ada Maurizio, preside della scuola media Esopo di Roma "dovremmo bocciare almeno il 50% degli studenti". Cosi' e' nato il "6 rosso", una sufficienza arrotondata da recuperare prima del successivo anno scolastico. Nel caso non si recuperi, l'anno dopo inizia con un debito in quella materia. In caso di bocciatura scattera' invece l'espropriazione proletaria del titolo di studio. -
[Fonte: IlMessaggero]

mercoledì 10 giugno 2009

Don Farinella: «Vescovi "complici" del berlusconismo».

riceviamo e volentieri pubblichiamo:

dal IL Secolo XIX . it del 09 giugno 2009

Vescovi italiani «complici» di Berlusconi e del «berlusconismo».
È l'accusa rivolta al presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, da un sacerdote genovese, don Paolo Farinella, teologo e biblista. L'accusa è contenuta in una lettera aperta al cardinale Bagnasco, pubblicata anche su internet.



Per don Farinella, i vescovi italiani, nella prolusione e nella conferenza stampa della 59/ma Assemblea Generale della Cei che si è svolta a fine maggio, avrebbero trattato con troppa «delicatezza la questione morale che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del Consiglio».

«Lei e il segretario della Cei - scrive don Farinella rivolgendosi al card. Bagnasco - avete stemperato le parole fino a diluirle in un brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe». «Né lei né i vescovi - prosegue il testo - avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale».

Secondo il sacerdote genovese «la Cei ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo». Per don Farinella, tra i motivi del silenzio dei vescovi la promessa dei finanziamenti alle scuole private. Però, continua il sacerdote genovese nella lettera aperta indirizzata al card. Bagnasco, «molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8 per mille ad altre confessioni religiose». Come conseguenza, ha scritto ancora don Farinella, «il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati». «I primi - ha spiegato - non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi». I secondi «stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all'accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi».

«Agli occhi della nostra gente, voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che taciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali» ha affermato ancora il sacerdote genovese che ha aggiunto «io e molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo».

Don Farinella, ha poi parlato della «questione educativa», tema centrale per il prossimo decennio per la Chiesa italiana, affermando che «le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani». Nella sua lettera aperta, don Farinella ha poi chiesto al card. Bagnasco: «in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilita»`


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La lettera integrale

SENZA LA PROFEZIA, RIMANE LA COMPLICITÀ*





Egregio sig. Cardinale,


viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.


Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.


Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.


Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno.


Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.


I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all'accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.


Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d'oro.


Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da «mammona iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: «troncare, sopire ... sopire, troncare».


Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? «Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire» (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una «bagatella» per il cui perdono bastano «cinque Pater, Ave e Gloria»? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix» (La Stampa, 8-5-2009).


Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).


Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei «per interessi superiori», lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.


Lei ha parlato di «emergenza educativa» che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei «modelli negativi della tv». Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del «velinismo» o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.


Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere» porta fortuna.


In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.


Genova 31 maggio 2009


Paolo Farinella, prete

sabato 6 giugno 2009

"noi non prendiamo lezioni da nessuno !!"

Sentendo parlare in giro, specie in TV e specialmente i politici, si sente risuonare spesso la frase: "noi non abbiamo bisogno di lezioni" oppure "...noi non prendiamo lezione da nessuno...."

QUANTA SUPERBIA FUORI POSTO... come ogni superbia che è sempre fuori posto e sempre stupida, da chiunque provenga ma tanto più se da gente eletta per fare un servizio al paese e non per pavoneggiarsi come supremi conoscitore dello scibile umano.

Quante occasioni mancate per insegnare comportamenti qualificati, per educare all'ascolto, per mostrare un briciolo di saggezza... specialmente alle nuove generazioni.

La superbia è il più temibile disvalore che si oppone al grande valore della cooperazione: per questo è antipatico che provenga proprio da coloro che dovrebbero mostrarsi disponibili al dialogo: del resto cos'è la politica se non la ricerca della massima mediazione possibile ?


Suggerisco di inserire la capacità di cooperare "cioè l'impegno a far insieme" fra i valori più importante da trasmettere ai figli.

Superiamo gli steccati della diffidenza che non vuol dire rinunciare alle proprie specifiche convinzioni ma anzi saperle mettere a disposizione per ottenere insieme agli altri un prodotto finito di livello e di qualità superiore: conseguenza di più positività che convergono per un bene comune, si uniscono.


Capisco che i giovani non si appassionino a questa politica... perchè non aggiunge nulla di costruttivo, di entusiasmante, di autentico al loro vivere quotidiano, anzi.... E' vero non tutta e non tutti ma nella confusione generale si rischia di tritare tutto buono e cattivo in un giudizio negativo che brucia anche le migliori intenzioni e le buone azioni.

E allora per ripartire un GRAZIE di cuore a TUTTI QUELLI CHE SANNO DARCI LEZIONI DI VITA, DI LEGALITA' E DI CORAGGIO.

NOI VOGLIAMO APPARTENERE A TUTTI COLORO CHE CHIEDONO LEZIONI E SANNO ACCETTARLE DAGLI ALTRI, da quelli onesti, autentici, veri, in buona fede, convincenti... perchè non ci spaventano le loro ragioni e le vogliamo confrontare con le nostre alla pari, con pieno diritto di poterle utilizzare per il meglio di tutti.

Proviamo a cominciare nel nostro piccolo, nelle nostre famiglie insegnando ai figli queste cose, come ascoltare gli altri e cercare il confronto e non lo scontro. Avremo contribuito a costruire una cultura nuova, la cultura dell' incontro di opinioni, di popoli e di idee, della generosità operosa che comnci a costruire un piccolo mondo diverso.

Antonio Artegiani

venerdì 5 giugno 2009

Il coraggio delle verità scomode

Finalmente un politico che analizza la società di oggi e la riconosce diseducativa.
Bravo Franceschini.
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di schierarsi contro il consumismo sfrenato, i disvalori del successo comunque ottenuto, la banalizzazione delle relazioni e dei sentimenti, la corsa all'accaparramento e al tornaconto ma quasiasi costo....
Bravo Franceschini.
E finalmente la diseducazione ai valori che dilaga in questa nostra società diventa un tema politico da campagna elettorale: non è facile parlarne perchè è un argomento antipopolare in un contesto dove ormai si misura tutto sulla furbizia, la riuscita, il successo, la ricchezza, il tornaconto, il potere, la sopraffazione dell'altro.
Questo coraggio va apprezzato e premiato.
E poi, però, occorre passare dalle parole ai fatti, diventare una risorsa per il paese riuscendo a rimboccarsi le maniche costruendo una nuova, convincente, attraente "proposta culturale" che, attraverso un ripensamento sul ruolo della scuola, della televisione, della famiglia porti l'Italia a riapprorpiarsi dei suoi valori profondi che sono l'unica garanzia perchè le nuove generazioni ricomincino un nuovo protagomismo positivo e sostanziale che riesca a portare questo paese fuori dal pantano morale in cui siamo è finito da qualche decennio.

giovedì 4 giugno 2009

Un fatto di cronaca...

Leggo nel blog "BRAVI BIMBI" quanto segue :

"MINACCIA CON IL COLTELLO IL FRATELLO DI DUE ANNI

4 Giugno,2009. scritto da barbapapà

Che brutta storia.
Tragedia sfiorata a Napoli. Un sedicenne ha puntato il coltello da cucina contro il fratellino di due anni minacciando di ucciderlo se i genitori non gli avessero consegnato 100 euro e le chiavi dell'auto.
Secondo la ricostruzione della polizia, il ragazzo, E.M.,prima di minacciare il fratello ha aggredito con violenza la sorella di dodici anni e poi la madre che la voleva proteggere. Solo l'arrivo degli agenti chiamati dai vicini ha fatto desistere il ragazzo che è stato poi arrestato e condotto in un centro minorile.

E' solo un fatto di cronaca,come tanti,che si leggono sui giornali e sulle riviste. Fa riflettere perchè il ruolo dei genitori viene ancora messo in discussione:facciamo abbastanza per i nostri figli? Siamo vicini a loro nei momenti giusti? Gli stiamo dando la giusta educazione? "

Ho voluto riportare la notizia e le domande che ho trovato su tale blog. Rita

martedì 2 giugno 2009

Contrordine, ci vogliono genitori slow

Minori attenzioni e aspettative nei confronti dei bambini riducono lo stress in famiglia.
La nuova pedagogia degli Usa suggerisce di non porre più i figli al centro di tutto.
Nel saggio «Genitori Slow» (Rizzoli) Carl Honoré racconta la propria esperienza di papà stressato e ossessivo.
È finita l’era dei genitori soffocanti, iper-perfezionisti e onnipre­senti che costringono i loro fi­gli ad ascoltare Beethoven pri­ma della nascita, ad andare a scuola di francese a 3 anni e a studiare per l’ingresso ad Har­vard già dall’asilo. A sostenere qusta tesi è Lisa Belkin, firma di punta del New York Times, in un articolo sulla contro-rivo­luzione all’insegna del lais­sez- faire che sarebbe in atto in entrambe le sponde dell’At­lantico.
«L’era dei genitori-alfa ha le ore contate — dichiara la Belkin che per il Times cura anche un blog per madri e pa­dri alle prime armi —, il nuo­vo trend oggi è dettato dai ge­nitori leggeri». Sono loro, i co­siddetti «slow parents», che al grido di «contrordine geni­tori, lasciate in pace i vostri fi­gli », hanno deciso di gettare alle ortiche oltre un decennio di teorie bambino-centriche, invocando un ritorno al passa­to.
Dal libro ne è nato un movimento che promuove tecni­che meno rigide e più sponta­nee per allevare ed educare i figli:
«Basta scorazzarli da una lezione privata all’altra»
«Anteponete i vostri bisogni a quelli dei vo­stri figli. Se li lasciate respira­re, alla fine tutti ne trarranno profitto».
«Se il bambino è il centro dell’universo, teorizza la Belkin, è normale che i ge­nitori sacrifichino tutto per il suo vantaggio emotivo, intel­lettuale e materiale».
Come mai tutto d’un tratto questo modello entrato in crisi? «La crisi economica ha un ruolo importante — replica la scrit­trice —, quando non puoi per­metterti di pagare le lezioni di violino o la babysitter che ac­compagna tuo figlio al parco è più facile ribaltare il senso di colpa, trasformandolo in filo­sofia educativa».
[ tratto da Alessandra Farkas - Corriere della Sera del 02 giugno 2009 ]

2 giugno, festa nostra

SE OGGI NON VANNO A SCUOLA, UN MOTIVO CI SARA'.... parliamogliene !

Ogni occasione può essere buona per costruire quel senso civico e di appartenenza alla propria comunità che serve a formare le coscienze dei giovani e con loro di tutto un popolo.
Forse abbiamo smarrito un po' questo senso, da un po' di anni, forse da una generazione, è bene rifletterci. Vorremmo sapere cosa ne pensate, aspettiamo commenti.

Intanto oggi non permettiamo che la giornata scivoli via senza aver raccontato ai nostri figli qualcosa di questa nostra repubblica... servirà a loro, servirà a noi.
Buona festa della repubblica a tutti noi

lunedì 1 giugno 2009

Il regolamento sulla valutazione non si può applicare.

da tuttoscuola.com di sabato 30 maggio 2009
Ma il regolamento sulla valutazione non si può applicare


Il Consiglio dei ministri ha approvato giovedì il 28 maggio 2009 in seconda lettura il regolamento sulla valutazione degli alunni e la stampa nazionale ne ha dato informazione con commenti vari, evidenziando le diverse novità che vengono introdotte nella scuola italiana.

E, a quanto pare, molte scuole hanno preso nota dei cambiamenti e si preparano ad applicarli.

Ma quasi nessuno ha precisato che quel regolamento per quest'anno non si applica e molte novità, come ad esempio, quelle dell'esame di licenza (ex scuola media) entreranno effettivamente in vigore solamente dal prossimo anno scolastico.

Il regolamento, infatti, ha concluso la fase consultiva, ma avrà bisogno di alcuni passaggi prima di diventare valido a tutti gli effetti. E non è detto che non possa essere anche modificato, se la Corte dei Conti che ne deve accertare la legittimità riscontrasse qualche anomalia in sede di registrazione finale (come sembra stia avvenendo per un altro regolamento della riforma Gelmini).

Per il momento quel regolamento sulla valutazione deve essere firmato dal Capo dello Stato sotto forma di Dpr, poi, dopo la registrazione della Corte dei Conti, andrà in Gazzetta ufficiale per la pubblicazione.

Solo in quel momento andrà in vigore e sarà possibile applicarlo secondo le nuove regole. Ma in quel momento professori e ragazzi saranno già in vacanza.

Se ne parlerà l'anno prossimo. Appunto.

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