... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone

giovedì 15 luglio 2010

... E Bersani: tenete i nervi saldi !? MA CON TUTTO STO CASINO ATTORNO....

Con questo PD, dispiace a dirlo, ma non ci siamo.
Bersani in USA in un momento così delicato e tutto il PD ancora abbarbicato all'idea che l'opposizione vada ancora fatta in Parlamento dove sono 100 voti sotto. Tutt'attorno la nave brucia e loro ancora pensano di poter convincere il Capitano a spegnare l'incendio quando è stato lui ad attizzare e alimentare il fuoco: dagli USA ci invita a dovere i nervi saldi: ma a chi parla ? Lui che dovrebbe far insorgere una coscienza critica nel suo popolo e chiamarlo alla riscossa con una mobilitazione popolare fatta con manifesti denuncia per far sapere a tutti, con cortei di protesta, non importa quanto numerosi ma importerebbe farli per fare notizia attorno alla scuola ( bella quella testimonianza degli esami universitari notturni, che il PD ha tranquillamente schivato figuriamoci se la poteva cavalcare ), comizi di piazza oggi, ora, no solo quando devono chiedere i voti.
Loro invece che fanno: provano a convincere questi galantuomini di governo a farsi da parte, perché capiscano che non è "GIUSTO" restare al potere.... ma cosa stanno dicendo ?
Ecco io penso che questa crisi è la più grande crisi politico-istituzionale che abbiamo mai conosciuto perché siamo alla sbando: abbiamo una classe dirigente impresentabile e una opposizione inesistente, che non sa fare il proprio ruolo, che è lontana dal popolo che palpita di rabbia per non sentirsi rappresentato mentre la maggioranza gozzoviglia alla faccia degli onesti.
CARO PD ASPETTIAMO CON TREPIDAZIONE CHE TU FACCIA UN PASSO E QUESTA VOLTA NON FALSO PERCHE' SIAMO SULL'ORLO DEL PRECIPIZIO, forse sta volta o la va o la spacca, il Paese non ne può più.

vogliono sopprimere la ricerca... per toglierci il futuro



cliccando sul titolo entrate nel blog di RETE RICERCA PUBBLICA, nato per difendere la ricerca

mercoledì 14 luglio 2010

sta a noi saper scegliere le battaglie inevitabili

IL 14 lUGLIO 1790, 210 anni fa, fu presa la Bastiglia, che veniva considerata dal popolo di Parigi il simbolo dell'oppressione assolutista.
Fu una dimostrazione di forza più simbolica che sostanziale ( furono liberati non più di 7 prigionieri comuni ) ma la "presa della Bastiglia" divenne l'icona dell'inizio della Rivoluzione francese e il 14 luglio fu scelto come il giorno della festa nazionale francese e della vittoria della democrazia.
La democrazia spesso è costata vite e sangue a chi l'ha dovuta conquistare... sarebbe importante che questo sia ricordato a tutti affinchè un bene così prezioso venga difeso contro ogni minaccia sia politica, affaristica che criminale. Abbiamo tutti bisogno innanzitutto di vigilare perchè i rischi, a volte subdoli, di rosicchiare democrazia poco alla volta ci aono e sarebbe imperdonabile rammaricarsi poi di non averli colti in tempo.
La sensazione che chi sta a Palazzo, comunque schierato, a maggioranza o a opposizione viva bene di quello che ha e non si adoperi per qualche battaglia forse faticosa e impegnativa ma sacrosanta. Non per tutti è così, fortunatamente... sta a noi saper scegliere.

martedì 13 luglio 2010

Opposizione facci sognare una nuova primavera

In questi giorni di vacanza che ci siamo presi siamo rimasti un po' distanti ma uan tra le tante che abbiamo letto è stata carina e la voglio riportare:
<< Bersani dichiara stiamo cercando un'Alternativa !Ehi, sveglia l'alternativa saresti Tu ! >>.
E' vero che la situazione è tutt'altro che ilare ma la battuta serve a riflettere e vorremo che davvero questo PD capisse il proprio mandato in questo frangente in cui pare stiano emergendo cose che immaginavamo ma che ancora non avevamo scoperto.
Il danno è grosso perchè non è solo un fatto politico ma è una sicurezza morale che va in crisi, che va in pezzi... e la ricaduta di credibilità e di fiducia delle nuove generazioni nella attuale classe dirigente, che poi è costituita dalla generazione dei propri genitori e dei propri nonni è di una portata inimmaginabile.

Spero solo che qualcuno lo intuisca e si candidi per una vera rinascita. Non possono bastare certo inquirenti e indagini occorre sapere cosa fare dataa la condizioen di sbando di chi ci governa.
Non abbamo bisogno di sostenere stampelle Casiniane  al governo perchè la barca non può salvarsi senza un vero colpo di remi. Non sarà facile evitare il rischio del colpo di coda finale di questa classe dirigente che pur di salvarsi sarebbe pronta a tutto. L’opposizione non può non capirlo e deve darci il segnale che lo intuisce e che può farlo evitando di prestarsi ai giochetti tattici di palazzo perchè noi tutti , fuori, italiani per bene, ci aspettiamo altro, ci aspettiamo di ripartire con fiducia a ricostruire, tolte la macerie di questo terremoto, l'Italia che ci merittiamo per noi e per i nostri figli ! 

UNA CENA CHE LA DICE LUNGA...

domenica 11 luglio 2010

L'ennesimo politico beccato a farsi di coca

Ricveviamo e volentieri pubblichiamo:
L'ennesimo politico beccato a farsi di coca, al di là dei Trans, dimostra ancora una volta quanto sia precario il legame fra impegno politico-istituzionale e sociale e adeguatezza dei comportamenti. E' una classe dirigente in toto che sta facendo acqua e si mostra sempre meno credibile sul piano della testimonianza e del modello di riferimento sociale ed etico. Ne usciremo ? Credo che ricette facili e rapide non ce ne siano, occorrerebbe ricominciare dalla base seminando senso di responsabilità, misura e compostezza dei costumi, ricostruzione di riferimenti valoriali di tipo esistenziale non di "morale" comune formale e non sostanziale, di ricerca dei significati profondi capaci di far apprezzare le cose che contano davvero nella vita imparandola a gestire senza farsi gestire da essa.

venerdì 2 luglio 2010

... E NOI LO VOGLIAMO FAR SAPERE !

Ricveviamo e volentieri pubblichiamo:
Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti, per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho piy fatto ritorno. Causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce. Quindi si scusa e mi dice che far`presente quanto le ho detto a chi di dovere.

Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, h tutto a posto. Mi dice di amare la mia citt`, ha avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa. Ne h rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di  Collemaggio. E mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo proprio ll. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa ha la mia città oggi. Ed io lo faccio. Le racconto del centro militarizzato. Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. Le racconto che, perr, i ladri ci vanno indisturbati. Le racconto dei palazzi lasciati ll a morire. Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere. Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto che pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte. E ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla.

Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo. Che io pago, in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma. La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano ll. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio. O un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra. Lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo. Le racconto di una citt` che muore. E lei mi risponde, con la voce che le trema. " Non h possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare cosl. Chiamate i giornalisti televisivi.
Dovete dirglielo. Chiamate la stampa. Devono scriverlo."

giovedì 1 luglio 2010

Se hai 5 minuti da spendere bene e non da perdere leggi questa lettera: "Per chi ha figli e per chi non li ha".

[Da Daniela riceviamo e volentieri pubblichiamo]

Questa lettura che vi porerà via 5 minuti ma saranno spesi bene, indispensabili per rilfettere, fare i punto:  una mamma italiana ha scritto alla Gelmini dando a tutti una grande lezione utile per chi ha figli e per chi non li ha. Buona lettura

Gentile Ministro Gelmini,


l'altro giorno, leggendo la sua intervista sul Corriere della Sera, in cui dichiarava che l'ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO è un privilegio, sono rimasta basita.
Che lei fosse poco ferrata sui problemi dell'educazione, non era necessaria la laurea in pedagogia, che io possiedo e lei no, o i tre corsi post laurea, che io possiedo e lei no, visto quello che sta combinando alla scuola statale. Ma almeno speravo avesse competenze giuridiche, essendo lei avvocato ed io no.

Certo, dato che lei, ora paladina della regionalizzazione, si è abilitata in "zona franca" (quel di Reggio Calabria), perché più facile (come da lei con un'ingenuità e candore imbarazzante affermato), lo si poteva supporre. E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto e poi parliamo d'educazione. L'astensione dopo il parto, sulla quale lei oggi con tanta leggerezza motteggia, è definita OBBLIGATORIA ed è un diritto inalienabile previsto da quelle leggi, per cui donne molto più in gamba di lei e di me, hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri.

Discorso diverso è il congedo parentale, di cui si può fruire, dopo i tre mesi di vita del bambino, per un totale di 180g, solo in parte retribuiti integralmente. Ovviamente per persone come lei, con un reddito di oltre 150.000 euro l'anno, pari quasi a quello del governatore della California Arnold Schwarzenegger, discutere di retribuzione, in questo caso più che un privilegio, è un'eresia.

Ovviamente lei non può immaginare, perché può permettersi tate, tatine, nido "aziendale" al ministero, ma LA GENTE NORMALE, che lei dice di comprendere, ha a che fare con file d'attesa interminabili per nidi insufficienti e costi per baby-sitter superiori a quelli della propria retribuzione.

Voglio dirle una cosa però, consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA, affermo che fruire dell'astensione OBBLIGATORIA oltre che un DIRITTO è anche un DOVERE, prima di tutto morale e poi anche sociale.

Come vede ho più volte sottolineato la parola OBBLIGATORIA, che già di per se dovrebbe suggerirle qualcosa. Ma preferisco spiegarmi meglio, anche se è necessaria una piccola premessa doverosa.

Lei come tante donne, crede che l'essere madre, anche se nel suo caso da pochi giorni, le dia la competenza per parlare e pontificare su educazione e sviluppo del bambino, ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni e anni di studio. In realtà, per dibattere sulla pedagogia, oggi chiamata più propriamente SCIENZE DELL'EDUCAZIONE, bisogna avere competenze specifiche, che dalle sue dichiarazione lei non sembra possedere.

Le potrei parlare della teoria sull'attaccamento di Bowlby, dell'imprinting e di etologia, ma non voglio confonderle le idee e quindi ricorro ad esempi più accessibili.
Basta guardare il regno animale per rendersi conto come le femmine di tutte le specie non si allontanano dai cuccioli e dedicano loro attenzione massima e cura FINO ALLO SVEZZAMENTO Non è una legge specifica relativa agli umani, ma della natura tutta. Procreare, infatti, implica delle responsabilità precise, è una scelta di vita, CHE SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, A MAGGIOR RAGIONE CAMBIA LA VITA DI UNA DONNA.

Sbaglia chi crede che l'arrivo di un figlio, non comporti cambiamenti nella propria vita. Un bambino non chiede di nascere, fare un figlio non è un capriccio da togliersi, ma una scelta di servizio, di dono di se stessi e anche del proprio tempo. Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo cambiarla per renderla a loro misura. Se non facciamo questo, potremmo fare crescere bambini soli, senza autostima e con poca sicurezza di sé. Bambini affamati di attenzioni, perché non gliene è stata data abbastanza nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè i primi mesi di vita. L'idea che non capiscono niente, che non percepiscono la differenza ad esempio tra un seno materno e un biberon della tata, è solo nostra. Ciò non vuol certo dire che tutti bambini allattati artificialmente o che tutti bambini con genitori che tornano subito a lavoro, saranno dei disadattati. Ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza assumevamo l'acido folico, per prevenire la "spina bifida".

I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno. L'idea, che se piangono non si devono prendere in braccio "perché si abituano alle braccia", è un luogo comune.
Le "abitudini" arrivano dopo i 6 mesi, fino ad allora è tutto AMORE. Non è un caso che studi recenti, riabilitano il co-sleeping, (dormire nel lettone) e i migliori pediatri sostengono la scelta dell'allattamento a richiesta. Il volere educare i bambini inquadrandoli come soldati, già dai primi giorni di vita, non solo é antisociale, perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi di crescita può essere inevitabilmente compromessa, ma è un comportamento al di fuori delle più elementari regole umane e naturali.

Poi è anche vero che per molte donne, tornare a lavorare subito dopo il parto sia una necessità assoluta. Ma per questo problema dovrebbe intervenire adeguatamente lo Stato e non certo con affermazioni come le sue.
Mi rendo conto che il suo lavoro le permette di lasciare la bambina, rilasciare interviste di questo tipo (di cui noi non sentivamo la necessità) e tornare con comodo da sua figlia. Ma ci sono lavori che richiedono tempi e una fatica fisica e mentale che lei non conosce. Tempo che sarebbe inevitabilmente tolto ad un neonato che ha bisogno di una mamma "fresca", che gli dedichi la massima attenzione.

Noi donne infatti, se spesso per necessità ci comportiamo come Wonder Woman, poi siamo colpite da sindrome di sovra affaticamento.E non è vero che è importante la qualità e non la quantità:
- perché la qualità del tempo di una mamma da pochi giorni, che rientra nel tritacarne della routine quotidiana, aggiungendo il carico della gestione di un neonato, può essere compromessa.
- perché un bambino non dovrebbe scegliere tra qualità e quantità, almeno nei primi mesi, dovrebbe disporre di entrambe le cose.

Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non può permettersi qualcuno che tenga il bambino nella propria casa, nel corso degli spostamenti, lo espone, con un bagaglio immunologico ancora carente, alle intemperie o alle inevitabili possibilità di contagio presenti in un nido. Infatti, è scientificamente provato che i bambini, che vanno al Nido troppo presto, o che non vengono allattati al seno, sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario.

Poi per carità, si può obiettare, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, o come succede anche ai bambini allattati al seno, ma è come dire ad un medico, che giacché si è avuto un nonno fumatore campato 100 anni, non è vero che il fumo fa male.

Bisogna dunque incentivare i comportamenti da genitore virtuoso, anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, ma si può fare molto, per favorire una crescita armoniosa, già dalla prima infanzia, se non addirittura durante la gravidanza.

E allora le domando Ministro, di svolgere il suo ruolo importante istituzionale con maggiore serietà, cercando di evitare affermazioni fuori luogo come questa, o come quella secondo cui "studiare non è poi così importante", prendendo Renzo Bossi come esempio.

Si dovrebbe impegnare di più nell'analisi dei problemi, per evitare valutazioni errate e posizioni dannose per lei, per gli altri e per il Paese.
Perché forse qualcuno potrebbe aver pensato che tutto sommato il suo era un ministero poco importante, che se guidato da un giovane ministro senza competenze specifiche, "non poteva arrecare grossi danni", soprattutto obbedendo ciecamente ai dettami del Tesoro, ma lei con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo a minare il futuro di un'intera generazione.
Un'ultima cosa, lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola.

05-05-10 Rosalinda Gianguzzi

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