Continuano a fare danni e per lo più sulle spalle dei bambini: ripristinata la bocciatura alle scuole elementari. Basterà una sola insufficienza e i bambini della primaria ma anche i ragazzini delle medie verranno bocciati. La norma, in vigore da subito, è nascosta tra le righe del decreto n.137 del 1° settembre scorso che il Parlamento si appresta a convertire in legge.
Occorre far sentire forte la protesta perchè cercare di stupire con provvedimenti antipedagogici solo per ottenere visibilità mediatica non è accettabile. Non si specula sui nostri figli è una arroganza inaccettabile: troppi genitori tacciono... occorre un bel colpo di reni.
La Scuola Italiana ha bisogno di una riforma ma intanto non alle elementari che funzionano ( leggi rapporto OCSE in questo BLOG ) ma alle medie e superiori e che sia organica e condivisa ! Così a colpi di decreto è davverro irrresponsabile !
Fateci sapere le vostre opinioni lasciando il vostro commento sotto a questo post pubblicato su: http://genitorinsieme.blogspot.com/
... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone
venerdì 26 settembre 2008
giovedì 25 settembre 2008
Che ne pensi di questa nuova "riforma" della Scuola ?
La Scuola Italiana è in fermento sia per le ricette proposte e messe in atto dall'attuale governo, sia per le reazioni del mondo della scuola. I genitori come stanno vivendo questo momento ? Le contestazioni ai provvedimenti sono bene accette dagli insegnanti e da chiu lavora nella scuola ma i genitori sembrano un po' passivi e invece si sta trattando dei loro figli, il bene più prezioso che hanno da salvaguardare: che ne pensate.... potete lasciare le vostre opinioni qui sotto sui commenti.
la redazione
la redazione
Cosa dice l'OCSE della Scuola Italiana
L'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, in un rapporto sulla scuola pubblicato a Parigi, definisce la Scuola Elementare Italiana una delle migliori al mondo. Il problema? Non la disciplina, ma i bassi stipendi degli insegnanti.L'Italia, continua il rapporto, investe più della media Ocse negli alunni delle elementari ma perde poi terreno a livello di studi secondari e finisce nelle retrovie per le spese in licei e università. Così,alla boa dei 15 anni, gli studenti italiani si ritrovano svantaggiati rispetto ai pari-età Ocse soprattutto nelle materie scientifiche e il loro rendimento misurato dall'indice P.i.s.a. È nettamente inferiore alle media ocse a 475 punti contro i 500 della media e i 563 dei primi della classe, i finlandesi. Secondo i dati dell'Ocse l'Italia spende 6.835 dollari per ogni suo alunno del ciclo primario contro una media Ocse di 6.252 dollari. A livello secondario il vantaggio tuttavia è già annullato con una spesa per studente pari a 7.648 dollari e una media Ocse di 7.804 dollari. Ma è al terzo gradino della scala educativa, che si produce il gap: a fronte di una media Ocse di 11.512 dollari, in Italia la spesa si assesta a 8.026 dollari. Un dato questo che tuttavia deve tener conto dell'anomalia Stati Uniti dove i prezzi delle università superano ampiamente i 20.000 dollari l'anno facendo dunque salire la media Ocse. In Italia, nota l'Ocse, i prezzi sono invece calmierati dal fatto che gli stanziamenti statali a favore delle università crescono solo modestamente e al tempo stesso gli atenei pubblici non possono aumentare oltre una certa soglia le rette che fanno pagare agli studenti. Un duplice trend che rischia di risultare in uno scadimento di lungo periodo dell'istruzione universitaria. Le cifre, prosegue l'Ocse, possono inoltre essere lette in diverse maniere. L'Italia infatti spende cumulativamente per ogni suo studente tra i 6 e i 15 anni 70.126 dollari, oltre 2mila in più della media Ocse di 67.895 dollari ma se si guarda all'incidenza delle spese in istruzione rispetto al pil, l'italia appare in netto ritardo. Mentre la media delle principali economie mondiali investe il 5,8% del pil nel proprio sistema scolastico, in italia questa percentuale scende al 4,7%. E ancora: se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola nell'Ocse sono aumentati del 41%, in Italia l'incremento è rimasto contenuto al 12%. A livello di stipendi pagati agli insegnanti, l'Italia offre remunerazioni relativamente basse al suo corpo docente. Lo stipendio di un maestro di scuola elementare con 15 anni di esperienza si assesta attorno ai 29.287 dollari, in sesta posizione nella classifica Ocse ma con un trend che preoccupa: gli stipendi infatti crescono ogni anno meno della media Ocse. Se tra il 1996 e il 2006 gli stipendi in Italia sono cresciuti dell'11%, nei paesi Ocse l'incremento medio è stato del 15%. A sorpresa i docenti e gli istituti scolastici sembrano invece godere della fiducia dei genitori. Secondo le indagini Ocse, infatti, l'80% dei genitori degli studenti di 15 anni sono convinti che gli standard degli istituti seguiti dai figli siano buoni o molto buoni contro una media Ocse del 77%. Per quanto riguarda la formazione degli adulti, la percentuale di italiani di età compresa tra i 25 e i 34 che persegue o hanno completato studi terziari rimane ampiamente al di sotto della media euro: 17% contro il 33% Ocse. L'introduzione della laurea breve ha permesso all'Italia di raddoppiare la percentuale di quanto finiscono gli studi universitari, dal 19% al 39% contro una media Ocse del 37% ma l'Italia rimane indietro negli studi più brevi per la qualificazione professionale al lavoro. L'Italia inoltre continua ad avere il maggior numero di studenti che non terminano gli studi universitari: in Italia arriva alla laurea solo il 45% degli iscritti al primo anno contro una media Ocse del 69%. L'università italiana infine rimane una destinazione secondaria per gli studenti internazionali. Nel 2006, su un totale di 2,9 milioni di studenti stranieri che hanno scelto di trascorrere un anno di formazione all'estero, solo il 2% ha deciso di venire in Italia. A paragone il 20% è andato negli usa, il 9% in Germania e l'8% in Francia.
martedì 16 settembre 2008
Allarme Bullismo dagli psicologi della Emilia-Romagna
L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna lancia l’allarme e denuncia l’atteggiamento di esagerata tutela degli adulti che, troppo spesso, evitano ai figli il confronto con le responsabilità e con le conseguenze dei propri comportamenti.
“Questi fatti, problematici innanzitutto per chi ne è vittima, – spiega Manuela Colombari, Presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna - sono il frutto di una vita vissuta come una lotta contro il mondo visto come gabbia, costrizione, limitazione e oppressione. L’incapacità di confronto con il mondo e la scarsa tolleranza alle frustrazioni derivano da una fondamentale disattenzione di cui sono stati oggetto i bambini, disattenzione che nasce da rapporti con genitori troppo spesso esageratamente ed ingenuamente protettivi che, quindi, tutto e troppo hanno concesso ai figli. Un atteggiamento, questo, che ha fatto perdere il contatto affettivo, reale e costruttivo tra genitori e figli”.
Gli interventi che psicologi propongono alle scuole sono tesi alla modifica delle regole di relazione e del “clima” familiare e scolastico.
"L’azione che da parte del mondo degli adulti sarebbe auspicabile – propone il Presidente Manuela Colombari - potrebbe correre su due binari paralleli: da un lato spingere il ragazzo ad assumersi le responsabilità delle proprie azioni, dall’altro provare a far confrontare il ragazzo con tutti i suoi problemi attraverso un intervento terapeutico, attuato ovviamente in contesto diverso da quello scolastico, ad ampio spettro che, pur se con tempi lunghi, potrebbe consentire al giovane di recuperare le proprie risorse positive e di riuscire a collocarsi diversamente all’interno di quell’intreccio di relazioni familiari e sociali che hanno contribuito alla costruzione del ‘super-bullo’. La psicologia – sostiene la Colombari - attraverso le conoscenze sul comportamento umano dei singoli, dei gruppi e delle organizzazioni, consentirebbe anche alle istituzioni di comprendere che lo psicologo può essere una risorsa non solo per il corpo docente ma per tutta l’organizzazione scuola”.“In Emilia Romagna come nel resto d’Italia – denuncia la Colombari – si registra una grave arretratezza culturale rispetto a quasi tutti i paesi europei dove la presenza dello psicologo nelle scuole è una figura stabile e di ruolo. Questa emergenza – conclude il Presidente - necessita di un impegno serio e di finanziamenti adeguati”.Vengono indicati di seguito i dati, divisi per provincia, relativi all’indagine “Attività svolte dagli psicologi nelle scuole” realizzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e svolta in collaborazione al Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Emilia Romagna.
Fonte: http://www.bologna2000.com/modules.php?name=News&file=article&sid=80885
“Questi fatti, problematici innanzitutto per chi ne è vittima, – spiega Manuela Colombari, Presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna - sono il frutto di una vita vissuta come una lotta contro il mondo visto come gabbia, costrizione, limitazione e oppressione. L’incapacità di confronto con il mondo e la scarsa tolleranza alle frustrazioni derivano da una fondamentale disattenzione di cui sono stati oggetto i bambini, disattenzione che nasce da rapporti con genitori troppo spesso esageratamente ed ingenuamente protettivi che, quindi, tutto e troppo hanno concesso ai figli. Un atteggiamento, questo, che ha fatto perdere il contatto affettivo, reale e costruttivo tra genitori e figli”.
Gli interventi che psicologi propongono alle scuole sono tesi alla modifica delle regole di relazione e del “clima” familiare e scolastico.
"L’azione che da parte del mondo degli adulti sarebbe auspicabile – propone il Presidente Manuela Colombari - potrebbe correre su due binari paralleli: da un lato spingere il ragazzo ad assumersi le responsabilità delle proprie azioni, dall’altro provare a far confrontare il ragazzo con tutti i suoi problemi attraverso un intervento terapeutico, attuato ovviamente in contesto diverso da quello scolastico, ad ampio spettro che, pur se con tempi lunghi, potrebbe consentire al giovane di recuperare le proprie risorse positive e di riuscire a collocarsi diversamente all’interno di quell’intreccio di relazioni familiari e sociali che hanno contribuito alla costruzione del ‘super-bullo’. La psicologia – sostiene la Colombari - attraverso le conoscenze sul comportamento umano dei singoli, dei gruppi e delle organizzazioni, consentirebbe anche alle istituzioni di comprendere che lo psicologo può essere una risorsa non solo per il corpo docente ma per tutta l’organizzazione scuola”.“In Emilia Romagna come nel resto d’Italia – denuncia la Colombari – si registra una grave arretratezza culturale rispetto a quasi tutti i paesi europei dove la presenza dello psicologo nelle scuole è una figura stabile e di ruolo. Questa emergenza – conclude il Presidente - necessita di un impegno serio e di finanziamenti adeguati”.Vengono indicati di seguito i dati, divisi per provincia, relativi all’indagine “Attività svolte dagli psicologi nelle scuole” realizzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e svolta in collaborazione al Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Emilia Romagna.
Fonte: http://www.bologna2000.com/modules.php?name=News&file=article&sid=80885
lunedì 15 settembre 2008
Benvenuti nel nostro BLOG
L'associazione "ment&corpo", da anni impegnata a promuovere corsi per genitori, insegnanti e ragazzi sulle tematiche del rapporto genitori-figli, della comunicazione intergenerazionale e della costruzione di una sessualità sana, apre questo blog che si aggiunge al sito http://www.genitorinsieme.it/.Il fine è quello di ampliare il potenziale bacino di scambio fra genitori, adulti e giovani affinché circolino meglio idee, opinioni, esperienze, suggerimenti capaci di arricchire tutti nel difficile compito della trasmissione inter-generazionale. La chiave di volta di questo rapporto è sapersi mettere in gioco con la testa e con il cuore riuscendo a "crescere insieme con i propri figli" che è proprio il sottotitolo del nostro libro di riferimento: "Genitori si può"
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