... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone

venerdì 31 luglio 2009

Sognamo uno stato inflessibile e determinato come LIBERA

E'impressionante scoprire che anche i successi dello stato sono targati MAFIA !
Totò Riina preso per concessione di Provenzano.. ed entrambi in contatto con uomini dello Stato. Si scopre che la Mafia era in "trattative" con chi la doveva combattere.
Dopo la sentenza di condanna, di fatto, di Andreotti ( riconosciuto colluso con la Mafia fino al 1980 anche se prescritto ) avevamo capito dell'esistenza di trame fosche fra uomini delo Stato e mafia ma ogni volta ce ne sorprendiamo perchè siamo degli inguaribili creduloni e speriamo sempre che lo Stato possa solo essere inflessibile con certi criminali. In reltà sognamo e abbiamo nel cuore uno Stato sano e che sa da che prte stare, uno Stato convinto e determinato; sognamo uno Stato che assomigli a Libera capace di movimentare coscienze e fare fatti concrreti, non uno Stato che per vincere una battaglia tratta con il nemico che non lo metterà mai nelle condizioni di vincere la guerra. Siamo utopisti, non importa, ma credimo fortemente che il bene e il male non possano dialogare perchè alla fine il bene non riuscirà a vincerea. E nella nostra Italia sembra che sia accaduto così, finora....

giovedì 30 luglio 2009

un video per riflettere

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Nel marasma degli eventi della vita quotidiana ricordiamoci di tanto in tanto di alcune di queste cose e fermiamoci

sabato 25 luglio 2009

martedì 21 luglio 2009

Chi vince si spenda per rappresentare anche tutti gli altri


Mi chiedo: sarà troppo pretendere che chi vinca nel PD tenga conto anche delle tante cose buone che ci sono nelle altre mozioni e delle tante sensibilità presenti in questo bel partito che vorremmo vedere volare alto e non distruggersi nei personalismi e nelle contrapposizioni sterili.
Vorremmo che il prossimo segretario si spendesse per la sintesi e non per marcare le differenze e che gli altri, tutti gli altri, accettassero di sostenerlo e di aiutarlo, da qualsiasi parte si siano prima schierati. Che siano leali e non prevalgano le fazioni e gli schieramenti per tramargli contro.
Vorremmo che questo partito tendesse davvero all'Unità come suo obiettivo strategico: non sarà un caso che questo sia il nome del nostro giornale.
Io penso di no, penso che non chiediamo troppo, ma semplicemente l'essenziale per essere un partito serio che tiene alle sue radici ma che punta in alto al suo futuro e all'Italia. Che ne pensate ?

domenica 19 luglio 2009

Palermo, la marcia delle 'agende rosse'

«Resistenza. L'agenda rossa esiste» è stato lo SLOGAN di una marcia partita da via D'Amelio, dove il 19 luglio 1992 furono uccisi da un'autobomba il magistrato procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e la sua scorta ( Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina) .
Alla «marcia» voluta da Salvatore Borsellino per commemorare il fratello Paolo,non era presente nessun politico, pochi palermitani, tanta gente del Nord: una marcia che assume un valore di protesta contro uno Stato che «ha fatto - ha detto Salvatore Borsellino - davvero poco in 17 anni» per scoprire i mandanti di quella strage che avvenne a soli 57 giorni dall'uccisione dell'altro magistrato, Giovanni Falcone.

lunedì 13 luglio 2009

e allora che facciamo: chiudiamo le scuole d'arte !?!

La lista dei misfatti dell'inossidabile Mister B. pare non avere mai fine. Le scuole d'arte verranno private dei fondi necessari per gestire i laboratori.
Cosa e' una scuola d'arte senza laboratori?
Nella patria di Leonardo Da Vinci, nel paese che trae dal turismo d'arte miliardi di euro, chiudiamo la formazione artistica. Geniale!Io, mio padre e mia madre abbiamo aderito all'appello lanciato da http://salvaistruzioneartistica.blogspot.com/, portale che coordina la campagna contro il taglio dei finanziamenti ai laboratori.Ma sinceramente credo che sia difficile immaginare una vittoria contro la Super Gelmini, in un momento come questo di tracollo economico.
Mi permetto quindi di lanciare una delle mie lungimiranti proposte ben conscio che e' improbabile che in questa situazione di sbando emotivo e carenza di voglia di lottare sia realizzabile.
Oggi la legge permette alle scuole una certa iniziativa economica.
Teoricamente sarebbe quindi possibile che una scuola attui una rivoluzione strutturale.
Si potrebbero creare attivita' di laboratorio che si autofinanzino.
Il che sarebbe rivoluzionario anche perche' permetterebbe agli studenti ma di misurarsi con il mercato del lavoro invece di impegnarsi in esercitazioni fine a se stesse.
Ad esempio le scuole potrebbero appoggiarci nella diffusione delle ecotecnologie e dei gruppi di acquisto, organizzare campagne di comunicazione, realizzare manifesti, spot, volantini, dèpliant esplicativi e quant'altro venga in mente e ricevere succose percentuali sui risultati commerciali ottenuti.
La Libera Universita' di Alcatraz e' disponibile a fornire il supporto commerciale per realizzare un simile progetto.
Abbiamo gia' accordi commerciali con aziende che sarebbero interessate a una simile forma di promozione.I soldi che se ne potrebbero ricavare sono davvero parecchi.
Ma servirebbe un gruppo di insegnanti e studenti veramente motivati.
C'e' qualche istituto d'arte frequentato da persone disturbate di mente che abbiano voglia di provarci?Noi siamo qui.
Usa lo spazio dei commenti a questo articolo per segnalare eventuale dissennata disponibilita'.

[ Jacopo Fo ]

giovedì 9 luglio 2009

L'appello di un prete ai cattolici: "Impediamo l'incontro Ratzinger-Berlusconi".

Sarebbe immorale anche per i non cattolici che il Santo Padre ricevesse "l'utilizzatore finale", cioè l'abituale frequentatore di prostitute (pardon escort) e minorenni.

Sono d'accordo con Don Paolo Farinella, Saluti a tutti.

Renato Cipolla


Lettera aperta di don Paolo Farinella a papa Benedetto XVI perché non riceva Berlusconi in udienza né pubblica né privata dopo il G8 dell'Aquila.

"Con sgomento apprendiamo dalla stampa l'eventualità che lei possa concedere udienza privata all'attuale presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Egli per parare il diluvio di indignazione e disprezzo che gli si è scatenato contro a livello mondiale per i suoi comportamenti indecenti che sono anche la negazione della morale cattolica che tanto sbandiera nei suoi deliranti proclami, ha fatto capire che dopo il G8 cercherà di strappare alla Santa Sede un incontro con il Pontefice a conclusione del summit dell'Aquila. L'unico modo, a suo giudizio, per «troncare le polemiche».
Mons. Mariano Crociata, segretario della Cei, senza fare riferimenti personali, ha detto parole gravi che avremmo voluto ascoltare già da tempo, ma non è mai troppo tardi. Il segretario della Cei afferma che stiamo assistendo «ad un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile». Non si deve quindi pensare che «non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati, soprattutto quando sono implicati minori» (Omelia in memoria di Santa Maria Goretti, a Latina 5 luglio 2009).
Sì, perché tra le varie sconcezze del presidente del consiglio (compagnia con donne a pagamento), vi sono riferimenti precisi di rapporti con minorenni (testimonianza della moglie) e di cui il presidente ha dato diverse differenti letture, nonostante abbia spergiurato sulla testa dei figli.
Le parole del segretario della Cei hanno toccato nel segno la depravazione in cui è caduta la presidenza del consiglio italiana, disperatamente alla ricerca di un salvagente per salvare la faccia e offendere il mondo civile e cattolico con lo show dell'udienza. A Silvio Berlusconi nulla importa del papa e della Chiesa cattolica e della sua morale come della dottrina sociale, a lui interessa di farsi vedere «urbi et orbi» insieme al papa e così cercare di parare le richieste pressanti che da tutto il mondo arrivano perché esca di scena dignitosamente, se ne capace.
La supplichiamo, per amore della sua e nostra Chiesa, che è ancora inorridita e scossa, non lo riceva pubblicamente né privatamente perché lei darebbe un colpo mortale alla credibilità della gerarchia della Chiesa che ha preso posizione solo dopo la mobilitazione del mondo cattolico e del mondo civile che in internet ha raggiunto livelli di esasperazione molto elevati.
Se lo riceve, la visita sarà usata strumentalmente per dire che il papa è con Berlusconi e quindi tutte le sue ignominie, depravazioni e corruttele troverebbero facile copertura morale. La morale che lei dovrebbe rappresentare diventerebbe una farsa di copertura dell'immoralità di un uomo presuntuoso e malato che ancora non si è degnato di rispondere pubblicamente del suo operato come ha chiesto la libera stampa, mentre è andato in tv dove senza contraddittorio, ha esaltato le sue gesta di corrotto corruttore, aggiungendo sprezzante a sua giustificazione che «la gente mi vuole così».
Inevitabilmente lei diventerebbe complice agli occhi dei fedeli semplici e dei non credenti ancora attenti alla Chiesa. In nome di Dio e della dignità del nostro popolo e della serietà dell'etica non lo riceva, perché se lo riceve, lei perderà moltissimi fedeli che già sono sulla soglia".
In fede
Paolo Farinella, prete
(8 luglio 2009)

L'OCSE boccia la scuola italiana: ma è una bufala.

Vi invio questo interessante e ben documentato articolo del 1° luglio

E' un po' lungo ma credo valga la pena leggerlo e divulgarlo il più possibile.
Renato Cipolla








L'OCSE boccia la scuola italiana: ma è una bufala.
di Girolamo De Michele

Il fatto: martedì 17 giugno sono stati presentati i risultati di due ricerche, TALIS 2008 e Economics Survey of Italy. Con un curioso intermezzo (vedi qui): ai presenti è stata prima distribuita, e poi ritirata una cartelletta contenente le sintesi e degli abbozzi di traduzione delle ricerche. Un comunicato del Ministero, e un articolo sul Corriere della Sera con ampi virgolettati (un pelino più distaccato quello su La Stampa), ci informano che con queste ricerche l'OCSE ha bocciato la scuola italiana, valutando positivamente l'operato del Ministro. Altri giornali, su carta e on line, grandi piccoli, piccolissimi riprendono - addirittura con taglia-e-incolla spudorati - la notizia.
Che però è falsa.
In sintesi: il Ministro spaccia per nuovi dati che sono vecchi, confonde il primo rapporto col secondo, e il secondo con uno ancora da stilare. E fornisce dati non veritieri. Che però i giornalisti italiani, in barba alla deontologia professionale e al controllo rigorosa delle fonti, prendono per veri: se lo dice il Ministro...
Bene: la verifica l'abbiamo fatta noi. Quello che segue è l'esito della nostra verifica dei poteri. Con, in Appendice tutti i link per chi volesse verificare come stanno le cose.

Di cosa si tratta?
Di due distinte ricerche. E di una terza che ancora non esiste.
L'OCSE, intanto: un organismo di ricerca e sviluppo. Che non è un istituto di ricerca e analisi didattica o pedagogica. Se l'OCSE deve scegliere tra due parametri, quello cognitivo e quello economico, non ha dubbi: all'OCSE non interessa la maggiore istruzione possibile, ma la più fruttuosa (su standard economici) al minor costo. E i dati OCSE sono spesso coerenti con precisi orientamenti politici, grazie a un sapiente uso dei parametri. Ad esempio, l'OCSE, in base ai propri parametri, valuta negativamente il sistema previdenziale italiano, il cui saldo è invece positivo, cioè in attivo (cfr. qui).
Teniamolo presente.
L'OCSE produce un certo numero di rapporti, analizzando dati rilevati in proprio su un numero piuttosto alto di paesi. Non solo dell'Unione Europea: l'insieme dei paesi dell'area OCSE è, su certi temi, piuttosto disomogeneo, mettendo insieme buona parte dell'Europa, Brasile, Stati Uniti, alcuni paesi asiatici. Il risultato è che i dati OCSE non coincidono con i dati dell'Unione Europea.
Teniamo presente anche questo.
Sul sistema dell'istruzione, l'OCSE ha un proprio rapporto, Education at Glance. Ma EaG 2009 non è ancora stato elaborato.
Cosa è stato presentato il 17 giugno? Un rapporto economico che contiene un capitolo sull'educazione, basato su vecchie cifre, e un nuovo rapporto, TALIS 2008.
Cos'è TALIS 2008? Un rapporto che indaga i metodi, le aspettative, le percezioni di sé degli insegnanti: non del sistema scolastico, degli insegnanti. In modo più esplicito: «Talis non misura l'efficacia degli insegnanti o delle diverse pratiche d'insegnamento. L'inchiesta mette invece in rilievo le differenze tra i profili delle pratiche d'insegnamento, le attitudini e le convinzione nei diversi paesi partecipanti» [«TALIS will not measure the effectiveness of teachers or of different teaching practices. Rather, it will contrast profiles of teaching practices, attitudes and beliefs among the participating countries», Summary, p. 3]. TALIS 2008 non fornisce i dati che il Ministro presenta come nuovi, e che dovrebbero supportare le affermazioni dell'OCSE nel cap. 4 di Economics Survey of Italy. Questi nuovi dati potrebbero essere contenuti nel prossimo EaG 2009, ma al momento non esistono: il Ministro lo lascia credere (e i giornalisti italiani ci credono) con un accorto giro di carte sul tavolino.
E così due rapporti (reali) + uno (virtuale) diventano "Il rapporto OCSE".
Tre rapporti, tre carte: venghino, signori, venghino, guardino le tre carte, dov'è il rapporto sulla scuola, sotto la uno, sotto la due, sotto la tre?

Chiarito questo, vediamo, punto per punto, cosa sostiene il Ministro muovendo le carte con consumato mestiere.

1. Il "Rapporto OCSE" attesta le cattive performance della scuola italiana: «per esempio, gli studenti italiani di 15 anni sono indietro di 2/3 di anno scolastico nelle scienze rispetto alla media europea».

Cattive performance della scuola italiana? Parliamone.
In primo luogo, teniamo presente che le pagelle OCSE «sono notificate con accertamenti tramite test (quiz): come le olimpiadi della memoria di Conti e Scotti nei loro giochi serali» (Franco Frabboni, Sognando una scuola normale, Palermo, Sellerio, 2009, p. 114).
Ciò premesso, entriamo nel merito. L'OCSE non tiene conto delle numerose indagini internazionali sull'apprendimento, ma utilizza un proprio sistema di valutazione, il PISA. La cui attenzione «non si focalizza tanto sulla padronanza di determinati contenuti curricolari, ma piuttosto sulla misura in cui gli studenti sono in grado di utilizzare competenze acquisite durante gli anni di scuola per affrontare e risolvere problemi e compiti che si incontrano nella vita quotidiana e per continuare ad apprendere» [da Cos'è il PISA?]: il PISA valuta non tanto il sistema scolastico, quanto l'humus culturale e sociale della società in cui si vive. Si noti che i dati PISA riguardano gli studenti quindicenni, indipendentemente dall'ordine di studi seguito; ma in molti paesi OCSE a 15 anni si è a 2 anni dalla fine del ciclo di studi, non a 3, come in Italia: l'esempio citato dal Ministro sulle scienze è particolarmente infelice. E si noti che il punteggio negativo ottenuto dall'Italia è un dato statistico: se esaminiamo le singole regioni, notiamo che la maggioranza delle regioni italiane sono al di sopra degli indici OCSE (sulle competenze scientifiche, ad esempio, 7 su 12). A conferma che i risultati negativi dipendono non dal sistema scolastico in sé, ma dai diversi contesti ambientali, come lo stesso rapporto Economics Survey of Italy riconosce in apertura del cap. 4: «large differences in pupils' performance between regions, which may reflect socio-economic conditions rather than regional differences in school efficiency».
Ma soprattutto, l'OCSE e il Ministro non tengono conto di ben altre rilevazioni sugli apprendimenti, che danno risultati buoni, e talvolta lusinghieri: come il PIRLS 2006 (Progress in International Reading Literacy Study), che colloca la scuola elementare in posizione di eccellenza nel mondo; come il TIMSS 2008 (Trends in International Mathematics and Science Study), che sulle specifiche competenze scientifiche e matematiche conferma i risultati del PIRLS nella scuola primaria. Ad esempio, nelle competenze scientifiche gli studenti italiani sono secondi, in Europa, alla sola Ungheria.
OCSE e Ministro utilizzano un singolo dato, lo decontestualizzano e lo generalizzano su tutta la scuola, senza distinzione di ordine di studi e realtà locale. E la stampa italiana ripete in coro: l'OCSE boccia la scuola italiana.

2. Il "Rapporto OCSE" «ci dà ragione»

Così dice il Ministro. Che in questo modo fa passare per un'idea dell'OCSE la propria anticostituzionale idea di sottrarre fondi alla scuola pubblica per finanziare la scuola privata. Ignorando forse che l'OCSE stesso definisce la peggiore d'Europa e una delle peggiori del mondo, con buona pace del Ministro. Che è stato messo lì per eseguire il programma di tagli ideato dall'OCSE e vidimato dal Ministro Tremonti.
Immaginate un allenatore di calcio, poniamo del Milan, messo lì al posto del precedente per mandare in campo la formazione scritta dal Presidente; il quale ha provveduto a vendere un giocatore, poniamo Kakà, la cui presenza toglieva spazio al di lui pupillo Ronaldinho. Immaginate questo Presidente dichiarare ad agosto, senza alcun riscontro concreto, che «il Milan con Ronaldinho in campo è senz'altro più forte rispetto al passato». E adesso immaginate l'allenatore dichiarare: sono felice, perché il Presidente mi dà ragione. E immaginate una stampa servile riportare questa affermazione con titoli a tutta pagina.
Credete sia possibile? Se pensate di sì, siete in Italia.

3. Il "Rapporto OCSE" «parte dalla constatazione che l'assenza di chiare informazioni sulla valutazione degli studenti e dell'intero sistema, dai docenti all'amministrazione centrale, è stata la causa principale delle cattive performance»

Peccato che questo virgolettato non corrisponda all'apertura del cap. 4 di Economics Survey of Italy. Il rapporto sostiene infatti una cosa diversa: che i dati potrebbero essere incoerenti rispetto alla maggior parte delle nazioni dell'area OCSE a causa di una differente o non uniforme rilevazione [«Either the national examinations assess very different aspects of achievement from PISA, or the national assessment system is not applied uniformly»]. Dopo di che il rapporto OCSE sostiene che un sistema di rilevazione obbligatorio, e non facoltativo, agganciato a meccanismi premiali o punitivi potrebbe avere effetti positivi sul sistema dell'istruzione italiano, mentre attualmente «there are no consequences for either teachers or schools attached to the degree of success in meeting the objectives». In punta di logica, è persino banale notare che non si può dedurre da un'ipotesi ("è probabile che un sistema di incentivi e punizioni...") un fatto, né un antecedente da una conseguenza.
Ma non è il caso di fare accademia: i fatti hanno il vizio di avere la testa dura. Il sistema di valutazione è facoltativo anche in quei livelli e ordini scolastici che eccellono per competenze non solo in Europa, ma nel mondo: cosa che non potrebbe darsi, se il falso sillogismo ministeriale fosse fondato.

4. Il "Rapporto OCSE" dimostra che «il costo più elevato dell'istruzione italiana è ampiamente dovuto al rapporto insegnante per studente, che è del 50% più alto (9,6 insegnanti ogni 100 studenti in Italia, rispetto a 6,5 insegnanti nell'area OCSE)»

Domanda: perché il costo dell'istruzione dev'essere misurato sul rapporto insegnanti-studenti, e non su quanto si spende effettivamente?
Risposta: perché in questo modo apparirebbe chiaro che l'Italia è uno dei paesi che meno spende per l'istruzione. Ma prima, vediamo come stanno le cose sulla presunta eccedenza di insegnanti nella scuola italiana.

Intanto: 6.5 nell'area OCSE, ma 7.5 circa nell'Unione Europea (nei 19 paesi che ne facevano parte nel 2007). E di nuovo: perché il paragone dev'essere fatto con un'area disomogenea come l'OCSE, e non la più congrua e coerente (anche in termini di progettazione e obiettivi) area UE? Mah...
Vediamo adesso qual è davvero il rapporto insegnanti-studenti. Non si capisce da dove il Ministro estrae questo 9.6 che permette di denunciare un tondo «50% più alto».
Gli studenti italiani nel 2008-2009 [fonte: il rapporto del Ministero La scuola statale: sintesi dei dati 2009]) sono 7.768.071, i docenti di ruolo 725.173. Ma in Italia si considerano docenti anche gli insegnanti di sostegno (87.190), perché sono pagati dal Ministero dell'Istruzione, mentre in Europa no, perché pagati dai ministeri della sanità. E dunque correttezza vuole che, se non vengono conteggiati nei dati OCSE, non devono esserlo neanche nei dati italiani. Non inventiamo niente: ogni serio studio, dal ministeriale Quaderno bianco sull'istruzione 2007 al Rapporto sulla scuola in Italia 2009 della Fondazione Giovanni Agnelli (Bari, Laterza, 2009), compie questa sottrazione. E lo stesso deve valer per gli insegnanti di religione (25.931), una peculiarità tutta italiana (che fino al 2005 non erano conteggiati perché non pagati dal Ministero dell'Istruzione). I docenti di ruolo comparabili con i loro omologhi di altri sistemi scolastici scendono così a 612.032, con un rapporto insegnante-studente pari a 7.8: quasi in linea con il 7.5 della media europea.
Se non ché, in molti paesi dell'UE e dell'OCSE esiste un sistema d'istruzione post-secondario non universitario, che in Italia non c'è: il sistema italiano distribuisce i suoi insegnanti su 3 livelli scolastici, i paesi dell'area OCSE su 4. Per riprendere il paragone calcistico, è come comparare una squadra che gioca col 4-4-2 con una che gioca col 4-3-1-2, e sostenere che la prima ha troppo giocatori, perché ne impiega 10, contro gli 8 dell'altra: bizzarro davvero, un Ministro che si straccia le vesti sulle cattive competenze matematiche degli studenti, e poi dà prova di scarsa competenza nella lettura dei dati.

E adesso vediamo quanti sono effettivamente i soldi spesi per la scuola. Emanuele Barbieri, già dirigente del Ministero dell'Istruzione, in Tagli e pretesti, un'utile sintesi del rapporto ministeriale La scuola in cifre 2007, comparando dati del Ministero, dell'ISTAT, del Bilancio dello Stato e dell'OCSE, conclude che «dal 1990 al 2007 la quota di risorse destinate al MPI o al MIUR per l'istruzione è passata dal 3,9% al 2,8% del PIL (-1,1% pari 16,9 miliardi di euro). Negli ultimi 10 anni la riduzione è stata pari allo 0,2% (3,07 miliardi di euro)» (per il dettaglio rimandiamo ai grafici 1 e 2 del rapporto). E la stessa OCSE, in Education at Glance 2008 (Tabella B3.3, p. 254) rileva che lo share di spesa pubblica per l'istruzione dell'Italia (69.6% nel 2005: nel 1995 era 82.9%) è inferiore tanto alla media OCSE (73.8%), quanto a quella dell'UE (81.2%).

5. Il "Rapporto OCSE" dimostra che «le principali cause di disturbo alle lezioni sarebbero le intimidazioni o le aggressioni verbali verso altri studenti (30%), seguono le aggressioni fisiche tra studenti (12,7%), le aggressioni agli insegnanti (10,4%), ma anche i furti (9,1%) e per ultimo il problema della diffusione di droghe e alcol (4,5%)»

Ebbene sì: non poteva mancare un implicito richiamo al virus del bullismo che starebbe devastando la scuola italiana, con buona pace delle ricerche che dimostrano il contrario.
Peccato che, di nuovo il rapporto TALIS 2008 non dica questo. Intanto, i dati si riferiscono alla «percentuale di docenti della scuola secondaria inferiore che lavorano in scuole i cui dirigenti riferiscono che le principali cause di disturbo sarebbero determinati comportamenti degli studenti» [«Percentage of teachers of lower secondary education whose school principal considered the following student behaviours to hinder instruction "a lot" or "to some extent" in their school»]: questi dati rilevano quindi la percezione dei dirigenti, non fatti appurati.
Ma soprattutto, si omette il dato medio dell'area OCSE, il cui confronto consente di dire se il clima scolastico (percepito dai dirigenti scolastici) nella scuola italiana è migliore o peggiore. Bene, ecco i dati [Tabella 2.8, pag. 46 di TALIS 2008]:

furti: Italia 9.1%, media OCSE 15.3%;
intimidazioni o le aggressioni verbali verso altri studenti: Italia 30%, media OCSE 34.3%;
aggressioni agli insegnanti: Italia 10.4%, media OCSE 16.8%;
aggressioni fisiche tra studenti: Italia 12.7%, media OCSE 15.9%;
diffusione di droghe e alcol: Italia 4.5%, media OCSE 10.7%.

E se invece della percezione dei dirigenti scolastici prendiamo in esame la percezione dei genitori? Per non sbagliare, usiamo ancora una fonte OCSE, tanto gradita al Ministro: Education at Glance 2008 [tabelle A6.2b. e A6.2C. pp. 130-131].

Percentuale dei genitori italiani che si dichiarano soddisfatti o molto soddisfatti della disciplina scolastica [«satisfied with the disciplinary atmosphere in the school»]?
80.9%: inferiore in Europa al solo Lussemburgo, e nell'area OCSE solo a Nuova Zelanda e Turchia.
Percentuale dei genitori italiani che ritengono che la scuola svolga un buon lavoro educativo [«The school does a good job in educating students»]?
92.1%: al vertice dell'intera area OCSE alla pari con la Nuova Zelanda.

Come vede chiunque si prenda la briga di verificare i dati forniti, i fattori di disturbo e gli episodi riconducibili al fenomeno del bullismo sono sensibilmente più bassi della media.

E allora, di cosa stiamo parlando?
Di un Ministro che non è all'altezza del proprio programma, ma il cui programma è all'altezza del proprio cognome?
Di giornalisti la cui faccia è all'altezza del Ministro, ma non del proprio specchio?

Appendice: Link dei rapporti citati (in pdf)

TALIS 2008
Economics Survey of Italy
Education at Glance 2008
La scuola statale: sintesi dei dati 2009
Tagli e pretesti
Quaderno bianco sull'Istruzione 2007
PIRLS 2006
TIMSS 2008


mercoledì 8 luglio 2009

Lo Stato delle banane


Siamo alla più totale sfrontatezza e disprezzo delle regole da parte di questa maggioranza (leggete qui di seguito), la quale fa una legge per coprire i comportamenti più o meno disinvolti dei Ministri, introducendo un potere delegificante per il Governo a tempo indeterminato.



Purtroppo tutto ciò avviene nell'assoluto silenzio di chi dovrebbe garantire (partiti di opposizione, sindacati, ecc.) le prerogative delle istituzioni e controllare il rispetto delle regole.



Saluti. Renato Cipolla









TAVOLO REGIONALE PER LA DIFESA DELLA SCUOLA STATALE - Firenze*



Il Governo con un decreto ad personam e la Corte Costituzionale non salvano i provvedimenti illegittimi della Gelmini


(nota di Corrado Mauceri)



1 - Le illegittimità della Gelmini


In occasione dell'incontro nazionale delle Organizzazioni politiche, sindacali ed associative e dei coordinamenti genitori-insegnanti svoltosi il 25 giugno a Roma per iniziativa dell'Associazione "Per la Scuola della Repubblica" era stato rilevato:


a) il Governo era decaduto dalla delega ad adottare entro dodici mesi i regolamenti attuativi dell'art. 64 che prevedeva i tagli alla scuola statale.


b) il regolamento relativo al riassetto della scuola dell'infanzia e del I ciclo, adottato in data 27 febbraio (e quindi nel termine dei dodici mesi), è illegittimo perchè, come ha rilevato il TAR del Lazio, manca il piano programmatico che è un necessario presupposto;


c) Lo schema di D.I. concernente la determinazione degli organici è un documento informale, privo di alcuna efficacia giuridica;


d) i regolamenti, adottati nel termine di dodici mesi entreranno in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e con efficacia ex nunc; di conseguenza i provvedimenti adottati dalla Gelmini (assetto degli orari del tempo scuola ed organici) e sono illegittimi perchè sono ancora in vigore le leggi precedenti.


2 - Il decreto legge ad personam


Per evitare la decadenza di tutti i regolamenti il Governo è venuto incontro alla Gelmini ed in data 1° Luglio ha approvato un Decreto Legge n. 78 del 1/7/2009 che all'art. 17, comma 25 stabilisce: "il termine di cui all'articolo 64, comma 4, del decreto legislativo 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, si intende comunque rispettato con l'approvazione preliminare del Consiglio dei Ministri degli schemi di regolamenti di cui al medesimo articolo".


Ormai siamo allo Stato delle banane in cui si fa una legge per coprire i comportamenti più o meno disinvolti dei Ministri e si introduce un potere delegificante del Governo a tempo indeterminato.


Tutto ciò però nell'assoluto silenzio di chi dovrebbe garantire le prerogative delle istituzioni e controllare il rispetto delle regole.


3 - La sentenza n. 200 del 2 luglio della Corte Costituzionale


Ieri è stato pubblicata la sentenza della Corte Costituzionale relativa ai ricorsi proposti da alcune Regioni che hanno sollevato la questione di illegittimità costituzionale dell'art. 64 del D.L. 112/08 per violazione degli artt. 117 e 118 Cost. per la parti che attribuiscono alle Regioni una competenza legislativa concorrente in materia di istruzione.


Tralasciando per il momento tutti gli aspetti sollevati dalla sentenza, ci limitiamo per il momento a considerare che con tale sentenza la Corte, contrariamente a quanto sostenuto dalle Regioni, ha ritenuto che la materia disciplinata dal citato art. 64 del D.L. n. 112/08, ad eccezione delle parti relative al dimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientri nella competenza legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell'art. 117 Cost. che trattandosi. mantiene alla competenza legislativa dello Stato le "norme generali sull'istruzione".


In tale materia, secondo la Corte, la legislazione può adottare regolamenti delegati nel rispetto delle "norme generali regolatrici della materia" come previsto dall'art. 17, comma 2, L. n. 400/88.


Al contrario invece non rientra nella competenza legislativa esclusiva dello Stato la materia del dimensionamento delle istituzioni scolastiche e pertanto la delega in materia di dimensionamento degli istituti (art. 64, comma 4 lett. f-bis e f-ter) è illegittima.


Quindi in conclusione dopo questi due interventi:


a) tutti i regolamenti sia quelli effettivamente adottati entro il 25 giugno 2009 sia quelli approvati i prima lettura ma ancora non perfezionati, si devono considerare ex legge tempestivamente "adottati" nel termine dei dodici mesi.


b) il Governo può adottare i regolamenti delegati su tutti gli aspetti indicati nel comma 4 dell'art. 64 del D.L. n. 112/08 (ad eccezione della materia del dimensionamento) perchè la delega conferita con tale disposizione, secondo la Corte Costituzionale, è legittima.


c) fino a quando i regolamenti non saranno pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, sono ancora vigenti le norme precedenti.


La Corte Costituzionale ha difatti precisato che: "L'effetto modificativo delle disposizioni vigenti" in materia è, secondo ben noti principi generali riconducibili alla fonte primaria, con la peculiarità, insita nel sistema della delegificazione, che tale modificazione sarà concretamente operativa soltanto al momento dell'effettiva vigenza dell'atto regolamentare".


Ovviamente la Corte non si è pronunciata perchè non era di sua competenza in merito alla regolarità delle procedure seguite dal Governo e soprattutto sugli effetti della mancata approvazione del piano programmatico che è il presupposto di tutti i regolamenti.


4- Considerazioni conclusive


Il Governo con il decreto legge ha dato una copertura, alquanto disinvolta, ai ritardi del Ministero; la Corte Costituzionale ha con altrettanta disinvoltura dato una copertura alla "delegificazione" in bianco con buona pace del primato del Parlamento; nonostante questi "aiuti" rimane confermato che i provvedimenti della Gelmini sono tutti illegittimi; manca difatti il piano programmatico e finché i regolamenti non saranno pubblicati, le nuove norme non sono applicabili.


Gli organici, gli orari, ecc., devono essere determinati sulla base della normativa ancora vigente; gli organi collegiali devono applicare la normativa che è vigente e gli organi di controllo devono garantire il rispetto della legalità.


(*) Aderiscono al tavolo regionale: Sinistra per la Costituzione, La Sinistra Firenze, Rifondazione Comunista,


PdCI, Per un'altra città, Cobas, Gilda, Pd della Versilia, IdV di Grosseto, Gruppo consiliare reg.le di Sinistra


Democratica, Comune di Firenze "Per la scuola della Repubblica" ed inoltre i rappresentanti dei Comitati


genitori-insegnanti di Firenze, Empoli, Versilia, Prato, Arezzo, Grosseto e Pistoia e M. Luisa Moretti, Assessore


P.I. del Comune di Fiesole. ( Rec. presso Comitato"per la scuola della Repubblica"- fax 055/588820 Cell.


3357112697)


Don Farinella: questo Ddl sicurezza è la morte del diritto.

Vi inoltro questo articolo della rivista MicroMega del 2 luglio. Inoltre vi invio anche il link che trovo molto interressante:


Altrachiesa

Ddl sicurezza, don Farinella: E' la morte del diritto

di Paolo Farinella, prete

Oggi è giorno di lutto per l'Italia fondata sul diritto e sulla Carta Costituzionale. Dopo i giorni della presidenza del consiglio trasformata in lupanare all'aperto, ecco i giorni della demenza giuridica e della vergogna di un governo che legifera solo per soddisfare i propri istinti e ignoranza.
Due settimane fa il governo doveva varare la legge sulla prostituzione, penalizzando i clienti, su proposta della Mara Carfagna, non sappiamo (o forse sì?) per quali meriti divenuta ministra della moralità e approvata dal presidente del consiglio, «utilizzatore finale» di escort o prostitute a tre zeri.
Qualcuno ha avuto la decenza di rimettere il disegno di legge nel cassetto, in attesa di tempi meno travagliati dalle parti governative. Occorreva qualcosa per distrarre dal porcilaio in cui l'Italia intera è stata annegata dal capo del governo e dei suoi manutengoli. La distrazione nazionale si chiama «il reato di clandestinità» da dare in pasto alle paure indotte dagli stessi che legiferano.

E' legge, dunque, la norma che prevede il reato di clandestinità che per forza d'inerzia farà aumentare i clandestini come funghi dopo la pioggia; i centri di identificazione da luoghi di verifica civile diventano lager consentiti, passando da 60 a 540 giorni (il 900%). Oggi muore la decenza, muore il Diritto, mentre la stampa pubblica una lettera di un giudice costituzionale, «famiglio intimo» del plurinquisito» capo del governo con cui sfida e sotterra la dignità dell'Alta Corte.

Nella legge che dichiara la clandestinità reato, c'è una norma che inasprisce il reato di mafia (il 41bis). E' una trappola. Vedremo che tutti i governativi e la maggioranza al guinzaglio si farà scudi di questo articolo per screditarsi tutori di legalità integerrima: essi inaspriscono le pene alla mafia, ma fanno eleggere al parlamento e nelle regioni mafiosi condannati o in via di processo.

Se Cristo fosse fisicamente presente in Italia (cosa impossibile perché starebbe a 12.000 km di distanza dal vaticano!), sarebbe clandestino e verrebbe rinchiuso in un lager di «verifica» (?).

Per sfuggire alla polizia di Stato, fuggì in Egitto e tornò solo dopo la morte dei suoi persecutori. Ai clandestini colpevoli di essere uomini e donne in cerca di dignità e agli Italiani e Italiane che hanno ancora il senso del diritto, diciamo due cose: noi speriamo che muoiano presto coloro che li perseguitano e da parte nostra combatteremo questa ignominia di cui proviamo vergogna e che disprezziamo come disprezziamo coloro che l'hanno votata.

Il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti, monsignor Antonio Maria Veglio, ha scritto: «I migranti hanno il diritto di bussare alle nostre porte. Basta demonizzare e criminalizzare il forestiero. L'arrivo dei migranti non è certo un pericolo. Sbagliato trincerarsi dentro le proprie mura». Gli fa eco il segretario del pontificio Consiglio, monsignor Agostino Marchetto: La nuova legge porterà «molti dolori e difficoltà agli immigrati» e noi aggiungiamo anche all'Italia perché farà aumentare in modo esponenziale la clandestinità.

Il catto-fascista Gasparri, insieme con gli altri governativi cattolici «similpelle» dichiara di «essere orgoglioso». Di fronte all'Italia che di degrado in degrado corre verso il buco nero dell'indecenza generalizzata, non riusciamo ancora ad udire un belato, un vagito, un gridolino della gerarchia cattolica che pare abbia assunto come nuovo stemma le tre scimmie storiche: non vede, non sente e non parla. La luce che doveva stare sul monte per illuminare le coscienze, è stata spenta e messa in sicurezza sotto il moggio, chiusa a chiave e la chiave buttata a mare. Il silenzio dei vescovi è un peccato contro lo Spirito che non sarà perdonato né in cielo né in terra.

(2 luglio 2009)

martedì 7 luglio 2009

HO VISTO L´AQUILA

Questa lettera è stata scritta da Andrea Gattinoni, un attore che si trovava a L´Aquila per presentare un film. Le parole sono dirette a sua moglie ma rappresentano un´efficace testimonianza per tutti quelli che a L´Aquila non ci sono ancora stati.
Marco Petrella

HO VISTO L´AQUILA
Lettera a mia moglie scritta ieri notte.

Ho visto l´Aquila. Un silenzio spettrale, una pace irreale, le case distrutte, il gelo fra le rovine. Cani randagi abbandonati al loro destino. Un militare a fare da guardia ciascuno agli accessi alla zona rossa, quella off limits. Camionette, ruspe, case sventrate.
Tendopoli. Ho mangiato nell´unico posto aperto, dove vanno tutti, la gente, dai militari alla protezione civile. Bellissimo. Ho mangiato gli arrosticini e la mozzarella e i pomodori e gli affettati. Siamo andati mentre in una tenda duecento persone stavano guardando "Si Può Fare". Eravamo io, Pietro, Michele, Natasha, Cecilia, AnnaMaria, Franco e la sua donna. Poi siamo tornati quando il film stava per finire. La gente piangeva. Avevo il microfono e mi hanno chiesto come si fa a non impazzire, cosa ho imparato da Robby e dalla follia di Robby, se non avevo paura di diventare pazzo quando recitavo. Ho parlato con i ragazzi, tutti trentenni da fitta al cuore. Chi ha perso la fidanzata, chi i genitori, chi il vicino di casa.
Francesca stanno malissimo. Sono riusciti ad ottenere solo ieri che quelli della protezione civile non potessero piombargli nelle tende all´ improvviso, anche nel cuore della notte, per CONTROLLARE. Gli anziani stanno impazzendo. Hanno vietato internet nelle tendopoli perché dicono che non gli serve. Gli hanno vietato persino di distribuire volantini nei campi, con la scusa che nel testo di quello che avevano scritto c´era la parola `cazzeggio´.
A venti chilometri dall´Aquila il tom tom è oscurato. La città è completamente militarizzata. Sono schiacciati da tutto, nelle tendopoli ogni giorno dilagano episodi di follia e di violenza inauditi, ieri hanno accoltellato uno. Nel frattempo tutte le zone e i boschi sopra la città sono sempre più gremiti di militari,che controllano ogni albero e ogni roccia in previsione del G8.
Ti rendi conto di cosa succederà a questa gente quando quei pezzi di ***** arriveranno coi loro elicotteri e le loro auto blindate? Lì???? Per entrare in ciascuna delle tendopoli bisogna subire una serie di perquisizioni umilianti, un terzo grado sconcertante, manco fossero delinquenti, anche solo per poter salutare un amico o un parente. Non hanno niente, gli serve tutto. (Hanno) rifiutato ogni aiuto internazionale e loro hanno bisogno anche solo di tute, di scarpe da ginnastica. Per far fare la messa a Ratzinger, il governo ha speso duecentomila euro per trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L´Aquila.
Poi c´è il tempo che non passa mai, gli anziani che impazziscono. Le tendopoli sono imbottite di droga. I militari hanno fatto entrare qualunque cosa, eroina, ecstasy, cannabis, tutto. E´ come se avessero voluto isolarli da tutto e da tutti, e preferiscano lasciarli a stordirsi di qualunque cosa, l´importante è che all´esterno non trapeli nulla.
Berlusconi si è presentato, GIURO, con il banchetto della Presidenza del Consiglio. Il ragazzo che me l´ha raccontato mi ha detto che sembrava un venditore di pentole.
Qua i media dicono che lì va tutto benissimo. Quel ragazzo che mi ha raccontato le cose che ti ho detto, insieme ad altri ragazzi adulti, a qualche anziano, mi ha detto che "quello che il Governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l´intera popolazione di una città, senza che al di fuori possa trapelare niente". Mi ha anche spiegato che la lotta più grande per tutti lì è proprio non impazzire. In tutto questo ci sono i lutti, le case che non ci sono più, il lavoro che non c´è più, tutto perduto. Prima di mangiare in quel posto abbiamo fatto a piedi più di tre chilometri in cerca di un ristorante, ma erano tutti già chiusi perché i proprietari devono rientrare nelle tendopoli per la sera. C´era un silenzio terrificante, sembrava una città di zombie in un film di zombie.
E poi quest´umanità all´improvviso di cuori palpitanti e di persone non dignitose, di più, che ti ringraziano piangendo per essere andato lì.
Ci voglio tornare. Con quella luna gigantesca che mi guardava nella notte in fondo alla strada quando siamo partiti e io pensavo a te e a quanto avrei voluto buttarmi al tuo collo per dirti che non ti lascerò mai,mai,mai.
Dentro al ristoro privato (una specie di rosticceria) in cui abbiamo mangiato, mentre ci preparavano la roba e ci facevano lo scontrino e fuori c´erano i tavoli nel vento della sera, un commesso dietro al bancone ha porto un arrosticino a Michele, dicendogli `Assaggi, assaggi´.
Michele gli ha detto di no, che li stavamo già comprando insieme alle altre cose, ma quello ha insistito finché Michele non l´ha preso, e quello gli ha detto sorridendogli: "Non bisogna perdere le buone abitudini".
Domani scriverò cose su internet a proposito di questo, la gente deve sapere. Anzi metto in rete questa mia lettera per te.
Andrea Gattinoni, 11 maggio notte.

lettera dall' Aquila

due lettere dall'aquila, la prima di una mia amica, la seconda di un attore del film "si può fare"
Marco Petrella
Caro Marco,
ti invio la testimonianza che Andrea ha diffuso via mail. ( IL MONDO IN QUALCHE MODO DEVE SAPERE ). Il film a cui fa riferimento è stato proiettato a L'Aquila per iniziativa di Sandro, mio marito. Grazie all'amicizia con Angelo Righetti, lo psichiatra della vicenda che ha ispirato il film "Si può fare", siamo riusciti a portare qui gli attori e Angelo stesso, che ha dormito nella nostra casa disastrata. Abbiamo organizzato la proiezione non senza difficoltà (pubblicità e locandine le ho preperate io con il p.c.portatile e le abbiamo distibuite alla meno peggio nelle tendopoli). Il ragazzo di cui parla è mio figlio Emanuele. Siamo in contatto telefonico costante con gli attori e con Bisio (che quella sera era assente perchè impegnato a girare un altro film). Gli attori sono stati meravigliosi.
Ora stiamo organizzando la "festa della creatività" a cui parteciperanno, da tutta Italia, gruppi musicali, compagnie teatrali, compagnie di danza, cori (anche la corale gran sasso in cui canto io) parteciperà Cristicchi (che non vorrà una lira). Sarà il 16 luglio, a 100 giorni dal sisma. CERCHIAMO DI NON FARE IMPAZZIRE LA GENTE CHE E' QUI. DI PORTARE UN'INFORMAZIONE DIVERSA FUORI, CON CANALI COMUNICATIVI ALTERNATIVI. I MEDIA SONO COLLUSIVI CON LO STATUS QUO.
Continuiamo a lavorare, resistere, a manifestare. La situazione è ancora drammatica e credo che con il G8 lo sarà ancora di più.
Un caro abbraccio
Noemi

Più emozioni fanno vivere meglio

Le emozioni piacevoli, l'ottimismo, il ridere e il giocare, causano meravigliose scariche di endorfine, le droghe prodotte dal nostro cervello che ci fanno sentire bene e rendono piu' efficienti le nostre funzioni fisiologiche. Ed e' tutta roba che ti perdi se il tuo unico scopo esistenziale e' accumulare RICCHEZZA per te stesso senza prestare attenzione agli altri.
E questa è ormai una verita' scientifica inoppugnabile: il nostro sistema economico, basato sulla sopraffazione degli altri e la corsa al gaudagno ad ogni costo, non danneggia solo i sopraffatti ma anche i sopraffattori.
Ogni anno nel mondo muoiono dieci milioni di persone di fame. Ma ne muoiono 100 milioni perche' hanno mangiato troppo. Questo dato e' il simbolo dell'insensatezza di questo modello sociale.
Il colpo di grazia al sistema mentale ed economico del capitalismo moderno lo ha dato la scoperta che l'essere umano e' strutturalmente generoso e che la generosita' ha un effetto benefico strabiliante sia sul sistema immunitario che sulla produzione di endorfine.
Regalare e' fisiologicamente e non solo psicologicamente un'azione benefica. E chi gode i maggiori vantaggi non e' il destinatario del regalo ma la persona che lo fa, se lo fa col cuore.
Se i medici dessero credito davvero a questio principio, invece di correre dietro ai farmaci ben sponsorizzati dalla multinazionali farmaceutiche, molto spesso bugiarde sugli effetti dei loro prodotti, inizierebbero a prescrivere sul ricettario medico: fare un regalo al giorno, voler bene al prossimo e così via. Vanno prescritte più emozioni che farmaci.
Dice jacopo Fo dal quale ho tratto questa idea che qualche straricco, per fortuna, inizia a capire che l'ansia di possesso e' peggio dell'inquinamento urbano, provoca stress e accorcia la vita. Voglio credergli ma non ne sono tanto convinto.
Intanto però Bill Gates, che proprio stupido non è, ha regalato 30 miliardi di dollari e avverte la figlia di limitarsi nell'uso del PC che lui stesso ha creato ! Rischiamo di restarci sotto noi e loro, i ricchi, ancora una volta la fanno franca... non serve ricchezza, serve intelligenza e quella non la si può comprare, fortunatamente.

giovedì 2 luglio 2009

La Consulta boccia i tagli della Gelmini.

Una parziale buona notizia. Saluti Renato Cipolla


Corriere della Sera 02 luglio 2009
La Consulta boccia i tagli della Gelmini

Dichiarate illegittime le parti sul ridimensionamento della rete scolastica e l'accorpamento di sedi nei piccoli comuni

ROMA - La Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittime le norme sui tagli alla scuola che il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha previsto a partire dal 2009-2010. I giudici della Consulta hanno di fatto salvato, ritenendolo di competenza statale, l'impianto complessivo degli interventi contenuti nel decreto sullo sviluppo economico di cui, però, sono stati bocciati due punti: la definizione tramite regolamento ministeriale di criteri, tempi e modalità per ridimensionare la rete scolastica e l'attribuzione anche allo Stato (e non soltanto alle Regioni e agli enti locali) delle misure necessarie a ridurre i disagi causati dalla chiusura o accorpamento di scuole nei piccoli comuni. La sentenza è stata depositata in cancelleria.

Fino a quando dovremo accettare che il denaro...

Fino a quando dovremo accettare che il denaro condizioni regole e pratica sulla nostra sicurezza, sul nostro lavoro, sui nostri valori. Tutto sottomesso al guadagno, al pressapochismo, al menefreghismo, tutto questo ci obbliga a celebrare ogni giorno vittime innocenti del nostro cinismo di impenditori, di operai, di controllori : ma la coscienza di qualcuno si ribellerà un giorno e potremo mai contare su una Italia paese normale ?

Pagine

Post più popolari