... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone

martedì 31 agosto 2010

un video del tg3 linea notte sulle nuove povertà

Secondo l'Istat una famiglia italiana su tre risparmia sul cibo. Tg3 Linea Notte dedica uno speciale al tema delle nuove povertà: nel lungo servizio di Roberta Serdoz
 varie storie di persone che si sono trovate in strada perchè hanno perso un lavoro o perchè si sono trovate sole e un'intervista all'Avvocato Antonio Mumolo, presidente dell'associazione nazionale Avvocato di strada Onlus, che tutela i diritti delle persone che vivono in strada e che non potrebbero permettersi una tutela legale. ( cliccare sul titolo per vedere il video )

giovedì 26 agosto 2010

Draquila, il film che racconta le resposabilità governative sul caso L'aquila e dintorni

Ieri sera ho visto DRAQUILA, L'ITALIA TREMA - il film di Sabrina Guzzanti selezionato per Cannes. L'ho trovato fatto molto bene tanto che, nonostante la scontatezza del tema e la trattazione non fantasiosa ma realistica dell'argomento, riesce a tenerti attento e scorre via velocemente. Soltanto che ad un certo punto vedere e sentire tante cose messe in fila mi è presa l'angoscia e non sapevo più cosa fare piangere o ridere di questa clamorosa catastrofe politica che ci ha colpito o che gli italiani hanno fatto in modo che li colpisse annientando in questo paese ogni sussulto di normalità, di dignità e di decenza. Chi non lo ha visto e ama l'italia vada a vederlo per capire: se lo ha votato quanto male ha fatto al proprio, se non lo ha votato quanto siamo caduti in basso e quanto bisogno di un colpo di reni abbiamo per liberarci di questo afflizione sociale che è il Berlusconismo
TonY

Il trailer del film

L'idea di Civati per un politica del risveglio

da L'UNITA' online l'ultima puntata del "viaggio dell'Unità, 150 anni dopo" di Pippo Civati. Un bello scritto che merita una riflessione e forse un lancio di Civati verso una posizione di maggior rilievo politico nell'ambito del PD. Le forze in campo con le nuove generazioni sono davvero notevoli... speriamo che i "vecchi" gli diano spazio e non scimmiottino coloro che, al tempo del PC, tenevano tutto nelle proprie mani fino alla morte.
Faccia pulita, meno giovane di quanto possa sembrare numero due dello schieramento di Ignazio Marino, secondo me è un'ottima scelta pe run cambiamento reale.( per leggere l'articolo clicca sul titolo )

martedì 24 agosto 2010

Primarie: l’ipotesi Zingaretti piace a molti | Il Fatto Quotidiano

Su il fatto quotidiano una bella proposta di Marco Travaglio... da leggere e commentare.... ( clicca sul titolo )

mercoledì 4 agosto 2010

Quei soldi maledetti - Corriere della Sera

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’ultima stima di qualche anno fa che ho sott’occhio contabilizza il Pil, il Prodotto interno lordo, del mondo in 54 trilioni di dollari, mentre gli attivi finanziari globali risultano quattro volte tanto, di addirittura 240 trilioni di dollari. Oggi, con i derivati e altre furbate del genere, questa sproporzione è ancora cresciuta di chissà quanto. E questa sproporzione non solo è di per sé malsana ma modifica la nozione stessa di sistema economico, di economia.

Semplificando al massimo, da un lato abbiamo una economia produttiva che produce beni, che crea «cose», e i servizi richiesti da questo produrre, e dall’altro lato abbiamo una economia finanziaria essenzialmente cartacea fondata su vorticose compravendite di pezzi di carta. Questa economia cartacea non è da condannare perché tale, e nessuno nega che debba esistere.


Il problema è la sproporzione; una sproporzione che trasforma l’economia finanziaria in un gigantesco parassita speculativo la cui mira è soltanto di «fare soldi », di arricchirsi presto e molto, a volte nello spazio di un secondo. Gli economisti «classici » facevano capo all'economia produttiva; oggi i giovani sono passati in massa all’economia finanziaria. È lì, hanno capito, che si fanno i soldi, ed è in quel contesto che l’economia come disciplina che dovrebbe prevedere, e perciò stesso prevenire e bloccare gli errori, si trasforma in una miriade dispersa di economisti «complici» che partecipano anch’essi alla pacchia.

È chiaro che in futuro tutta la materia dell’economia finanziaria dovrà essere rigorosamente regolata e controllata. Ma anche l’economia produttiva si deve riorientare e deve cominciare a includere nei propri conti le cosiddette esternalità. Per esempio, chi inquina l’aria, l’acqua, il suolo, deve pagare. Vale a dire, tutto il sistema di incentivi va modificato. La dissennata esplosione demografica degli ultimi decenni mette a nudo che la terra è troppo piccola per una popolazione che è troppo grande.

Ma anche su questa sproporzione gli economisti non hanno battuto ciglio. Anzi, per loro stiamo andando di bene in meglio, perché tanti più bambini tanti più consumatori e tanti più soldi. Il loro «far finta di non ricevere», di non vedere, è così clamoroso da indurre Mario Pirani a chiedersi (su Repubblica) se gli economisti abitino sulla terra o sulla luna. Io direi su una luna che è due volte più grande della terra. Ma qui cedo la parola a Serge Latouche, professore alla Università di Parigi, economista eretico ma anche lungimirante. Latouche ha calcolato che lo spazio «bioproduttivo » (utile, utilizzabile) del pianeta Terra è di 12 miliardi di ettari. Divisa per la popolazione mondiale attuale questa superficie assegna 1,8 ettari a persona. Invece lo spazio bioproduttivo attualmente consumato pro capite è già, in media, di 2,2 ettari.


E questa media nasconde disparità enormi. Se tutti vivessero come i francesi ci vorrebbero tre pianeti; e se tutti vivessero come gli americani ce ne vorrebbero sei. La morale di questa storia è che già da troppo tempo siamo infognati in uno sviluppo non-sostenibile, e che dobbiamo perciò fare marcia indietro. Latouche la chiama «decrescita serena». Serena o no, il punto è che la crescita continua, infinita, non è obbligatoria. Oramai è soltanto suicida.


Giovanni Sartori
25 giugno 2010

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