... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone

venerdì 1 ottobre 2010

la Newsletter di oggi di IGNAZIO MARINO

Care amiche, cari amici,
è ancora la politica traballante e tremolante di questo Governo a tenere banco in questi giorni. Questioni di numeri e compravendite di parlamentari davvero indegne di questo Paese. Ho ascoltato con attenzione il discorso del presidente del Consiglio al Senato, i suoi accenni all'agenda bioetica mi hanno lasciato allibito: questa maggioranza non ha ancora capito che la guida di questo Paese non può essere il Corano o il Talmud, il riferimento è (e resta) la laicità della nostra Costituzione. Il capo del partito dell'amore anni fa ci promise che avrebbe trovato una cura per il cancro, oggi ci dice come curare i nostri pazienti: se non fosse tragico, sarebbe comico.

Non è possibile che la legge sul testamento biologico la scriva chi vince le elezioni. Non è una maggioranza politica a dover scegliere le migliori terapie per un paziente, ma è l'ammalato insieme alla propria famiglia e al proprio medico.

Intanto, il Partito Democratico alla Direzione del 23 settembre ha cercato un chiarimento per superare una crisi politica, più giornalistica che reale. Il chiarimento c'è stato, ora cerchiamo di ricordare che alle persone non interessano affatto le nostre beghe interne e le nostre inquietudini. Allora basta con i 'rottamatori', con i turchi giovani e vecchi, con i documenti e i pacchi dono. Il Pd deve rafforzare la squadra con metodo collegiale, con maggiore democrazia interna e trasparenza ma soprattutto servono contenuti concreti. Le mie priorità sono: lavoro, scuola e sanità pubblica, sud e legalità, cultura, diritti e ambiente.

Settembre è stato il mese della sanità, della scuola e dell'università. Purtroppo non per evoluzioni positive o investimenti in sviluppo, ma per le giuste proteste di precari e ricercatori, oltre ai tragici allarmi arrivati dalle sale operatorie di diversi ospedali al Nord e al Sud.

Scuola e Università. I tagli, le riforme programmate e attuate senza averne ancora le risorse, testimoniano che questo Governo non agisce in stato confusionale, ma ha un progetto preciso: distruggere tutto quello che ci rende uguali, a partire dalla scuola e dalla sanità pubblica.
Sul fronte specifico dell'università, e' giusto far sapere all'Italia che buona parte dell'insegnamento universitario ricade sulle spalle dei ricercatori. La riforma Gelmini 'senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica' (ripetuto 11 volte nel DDL), cioè senza investimenti nel settore in cui tutti gli altri paesi investono, articola la docenza in ordinari e associati, ma dimentica di attribuire lo status di docenti ai ricercatori, che invece potranno essere inquadrati, per ben 6 anni, con contratti a tempo determinato senza certezza alcuna sull'immissione in ruolo. Infatti, la cosiddetta tenure track è legata all'esistenza e l'assegnazione di risorse economiche dedicate.

Sanità. Nel nostro Servizio sanitario nazionale la maggior parte dei medici, delle infermiere e delle ostetriche, ogni mattina e ogni notte si reca in ospedale con l'idea di essere d'aiuto alle donne che si rivolgono al nostro sistema pubblico. Purtroppo singoli eventi, a partire da quello della inaccettabile lite in sala parto a Messina, conclusasi con una mamma che ha rischiato di morire dissanguata ed ha perso l'utero e un bambino con evidenza di danni cerebrali, gettano sul lavoro di tanti, discredito e ombre. Ci sono tre punti, a mio parere, su cui è importante agire: la regolazione dell'attività intramoenia (esiste già una legge, ma il Governo ne ha posticipato l'applicazione al gennaio 2013); la verifica del rispetto dei protocolli (se avessimo un garante della salute di nomina non politica, tanti incidenti si potrebbero evitare) e, infine, dal punto di vista operativo, la distinzione in sala parto tra medico di guardia e medico curante (basterebbe un'ordinanza del Ministero della Salute).

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