... chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.
Giovanni Falcone

giovedì 30 ottobre 2008

Cosa prevede la "riforma" della Scuola nei dettagli

La riforma Gelmini ( decreto legge 137/2008 ) approvata dal Senato ieri ha introdotto una serie di novità, parte delle quali già operative essendo state inserite in un decreto legge:
  • il grembiulino obbligatorio alle elementari,
  • la reintroduzione del voto in condotta
  • riduzione a 24 ore del modello base d'insegnamento alla primaria
  • reintroduzione del maestro unico ( dopo alcuni decenni di sperimentazione, del modulo basato su tre maestri per due classi) - con recupero di 20-30mila posti a fine manovra
  • l'inserimento in graduatoria degli ultimi aspiranti docenti abilitati presso le scuole di perfezionamento, i cosiddetti corsisti Ssis
  • un piano straordinario per accelerare gli investimenti nel campo dell'edilizia scolastica e della sicurezza
  • il passaggio ai voti espressi in decimali nella secondaria di primo grado (la 'media inferiore') e nella scuola primaria, dove però restano in vita anche i giudizi sintetici
  • introdotta la nuova disciplina 'Cittadinanza e Costituzione', approvata anche, per «promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale definito dalla Carta Costituzionale»
  • introdotta la possibile bocciatura alle elementari solo se decisa da tutti i componenti del consiglio di classe e comunque sempre laddove si stia trattando di casi eccezionali e adeguatamente motivati
  • Le nuove edizioni dei libri di testo scolastici si adotteranno differentemente a seconda del ciclo di studi: alla primaria la cadenza di rinnovamento dei testi sarà quinquennale, mentre nella scuola secondaria di primo e secondo grado la cadenza diventa di sei anni. Permane la possibilità, per i docenti e le case editrici, di adottare nuove edizioni di testi qualora siano subentrate, anche prima dei termini stabiliti, «eventuali appendici di aggiornamento».
A queste misure vanno aggiunte quelle del DL 112, collegato alla Finanziaria (L.133/208) a cui si accompagna:
  • taglio di 7,8 miliardi di euro ( ricavati da riduzione di organici organici e risparmi nella didattica ) e nel prossimo triennio: tra il 2009 e il 2012 verranno soppressi oltre 87 mila posti di docente ricavati da tutti gli ordini di scuole. Nel prossimo anno - 42mila posti , nel 2010 se ne elimineranno circa 25.500 e nel 2011 poco meno di 20mila.

Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e gli esponenti del governo hanno più volte precisato che non di licenziamenti si tratta, ma di una riorganizzazione che di fatto precluderà la possibilità della riconferma per migliaia di docenti con rapporto di lavoro precario.

  • I tagli colpiscono il personale Ata ( non docente ) con una riduzione di 44.500 - tra direttori amministrativi (- 10mila), collaboratori scolastici (- 29mila), amministrativi e assistenti tecnici (- 4mila) - che nel suo insieme raggiunge una contrazione del 17% del personale non docente.

La scuola conta circa 1 milione e 100mila occupati quindi la riduzione
complessiva riguarda oltre il 10 per cento del personale del comparto
istruzione.

I tagli già previsti dal precedente governo raggiungevano i 20mila dipendenti.

L'obiettivo ultimo che si è posto il governo con il DL 112 è quello di avvicinare il rapporto alunni-docenti a quello della media UE: attualmente in Italia è pari a 8,94, mentre con l'attuazione dei tagli nel 2012 verrebbe portato a 9,94. I calcoli, però, si basano sul presupposto che il numero degli alunni resti invariato mentre se aumenterà ( secondo il trend degli ultimi anni) i tagli diminuiranno, al contrario se gli alunni dovessero diminuire il decremento di cattedre e posti potrebbe essere ancora più consistente.

Il governo sostiene che con questo sistema il tempo pieno verrà confermato e rafforzato: su richiesta delle famiglie, infatti, le scuole potranno predisporre classi a tempo prolungato (27-30 ore) o pieno (40 ore), ma i maestri disposti a svolgere ore in più dovranno essere retribuiti attraverso il cosiddetto fondo d'istituto scolastico, integrato dai risparmi ricavati dall'applicazione della finanziaria approvata con la legge n. 133 del 6 agosto scorso.

Nel mese di ottobre il ministero ha anche presentato il piano programmatico del decreto:

  • riduzione dell'offerta formativa a 28-30 ore settimanali nei licei e a 32 negli istituti tecnici e professionali
  • ridefinizione dei parametri per la formazione delle classi (con maggior numero di alunni per classe )
Il progetto attuativo prevede:
  • accorpamento delle classi di concorso di accesso all'insegnamento, in modo da poter utilizzare con più facilità i docenti in esubero spostandoli da una materia all'altra (comunque affini)
  • soppressione o accorpamento degli istituti con meno di 50-100 alunni complessivi.

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