«Credo che in questo momento nel nostro partito non ci sia pluralismo democratico». Ignazio Marino non usa metafore per criticare la gestione del Pd. «Credo che il partito non sia un bene di proprietà di qualcuno», ha insistito nel suo intervento al seminario di Area democratica a Cortona. Eppure, ha chiarito, alla fine solo la sua mozione è rimasta fuori: «Credo che Area democratica sia una minoranza pienamente coinvolta nella gestione del partito».
E l'affondo non si ferma qui. «È un partito che mi sembra si comporti in due modi diversi», ha detto, «nella società si comporta come un bradipo che si muove così lentamente che gli cresce il muschio sul pelo». Eppure, ha aggiunto, «quando c'è da dividere qualcosa sul territorio, c'è una spartizione di posti, allora diventa un rapace predatore che cerca di occupare le posizioni occupabili».
Questo, ha sottolineato, «si è visto anche in Umbria dove vassalli e cacicchi locali si sono comportati in modo non molto diverso dalla Calabria di Loiero. Ma questo è un modello di partito che non voglio». Invece, «credo che il nostro partito, proprio perchèdemocratico e lo abbiamo dimostrato con il congresso, deve essere contendibile», un Pd «dove i migliori possono sperare di arrivare alla cabina di comando o quelli che sono veramente migliori se ne andranno perchè capiranno che non c'è possibilità».
Riflettiamo e facciamoci sentire
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